Il ciclo di esposizioni intitolato Le parole e le cose II , dopo la mostra Non sono una signora (Triennale di Milano, 22 gennaio-21 aprile 2002) dedicata agli oggetti con nomi di donna, prosegue con la mostra Animal House, dedicata agli oggetti con nomi e forme di animali.
Il risultato è un repertorio formato all'incirca di 200 oggetti, che hanno in comune (talora nella forma, talora nel nome, talora in entrambi) un preciso riferimento zoofilo.
Un entomologo del design potrebbe tentare varie classificazioni in proposito, magari distinguendo fra specie volatili (lo scooter Vespa, la lampada Airone), specie acquatiche (la poltrona Delfino, la lampada Medusa) o specie terrestri (il telefono Grillo, l'automobile Topolino), oppure potrebbe mappare e catalogare la consistente presenza di oggetti che rinviano ad animali ludico-fantastici (la seduta Moby Dick, il gatto Meoromeo di Bruno Munari).
Va comunque notato che la tendenza zoofila del design italiano non è certo un elemento accidentale o occasionale, ma frutto di un complesso meccanismo simbolico. In pratica si tende a collocare negli interni domestici degli oggetti che fanno riferimento a quel mondo animale che è stato espulso dalle nostre case. Oggetti comuni e anonimi che hanno ormai assunto forme stereotipate di animali (i salvadanai a forma di porcellino), ma anche prodotti in serie del design più sperimentale. Non a caso, quasi tutti i più importanti designer italiani hanno prodotto oggetti zoomorfi o zoonomi: da Munari (la scimmietta Zizì) ad Achille Castiglioni (la lampada Gatto), da Gae Aulenti (la lampada Pipistrello) a Marco Zanuso (la seduta Lombrico). Non sempre sono animali domestici.
A volte gli oggetti del design evocano nel nome o nella forma anche animali esotici, feroci, selvatici, rapaci (Cobra, Giraffa, Rinoceronte, Serpente, Orca…). Attraverso la loro presenza la casa si anima come uno zoo virtuale e il rimosso dell'animalità riemerge dentro la ratio tecnologica e moderna del progetto.
Molti degli oggetti esposti in questa mostra fanno parte della Collezione Permanente del Design Italiano della Triennale di Milano, altri sono stati selezionati per questa occasione, ed entreranno a far parte stabilmente della Collezione. L'iniziativa Le parole e le cose rientra in un progetto che punta ad esporre la Collezione con un taglio sempre nuovo, tracciando nuovi possibili percorsi di lettura nella storia del design italiano e consentendo di individuare, segnalare e acquisire nuovi oggetti che arricchiscano e consolidino il patrimonio esistente.
Voto
8