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  28/03/2024 - 18:04

 

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Scanner - arte
 


Luca Pignatelli
In un luogo dove gli opposti stanno
A cura di Sergio Risaliti
Alla Galleria Poggiali di Firenze dal 30 novembre 2019 al 8 febbraio 2020, inaugurazione sabato 30 novembre 2019 ore 18.30

 




                     di Giovanni Ballerini


Non solo immagini e oggetti memorabili, a carattere archeologico. A meno di un anno dalla bella mostra Senza Data, che lo ha visto protagonista al Museo Stefano Bardini e dopo aver firmato per la stagione 2019 il manifesto dell'LXXXII Festival del Maggio Musicale Fiorentino, Luca Pignatelli torna a Firenze con una personale alla Galleria Poggiali. E lo fa con una serie di lavori inediti, scavalcando la linea di demarcazione tra astratto e figurativo, tra citazione e arte povera. La mostra, che si inaugura sabato 30 novembre 2019 alle 18.30 e sarà visitabile fino all’8 febbraio 2020, si articola negli spazi della Galleria Poggiali di Firenze di via della Scala e di via Benedetta. Si chiama In un luogo dove gli opposti stanno, è a cura di Sergio Risaliti e si configura come una mostra coraggiosa costruita per assoli che convivono nello stesso luogo, attraverso opere costruite con teloni pesanti tagliati a strisce e pezzature di dimensioni varie, ricucite assieme. I supporti sono in diversi casi marchiati da scritte e cifre di matrice industriale. Elementi grafici che dichiarano un’appartenenza e una provenienza. Testi che ricordano epigrafi o dediche sui monumenti e nei dipinti antichi. I teloni realizzati dall’artista nato a Milano nel 1962 sono assolutamente monocromi, superfici mai piatte, dove l’immagine completa è data dalla gradazione della verniciatura, che è già un racconto e parla da sé, nonché dalle diverse sezioni geometriche del supporto ricomposte in unità visiva ed espressiva, come patchwork secondo una usanza domestica di riciclo e risparmio, in voga fin dai primordi. A questi teloni – carichi di un rosso iodio o di verde petrolio, oppure del colore della malva o della prugna – si aggiungono altri lavori pittorici realizzati sempre con teloni ferroviari coperti però in questo caso da una pittura metallica color argento. All’aspetto moderno dei teloni monocromi si contrappone quello modernista dell’allumino. In questi casi la superficie è lavorata con segni grafici, incisioni e abrasioni. Al centro dell’opera è fissata con un procedimento meccanico una testa eroica, di imperatore romano. Sono quadri monumentali non per dimensioni ma per scelta poetica e iconografica.
La povertà dei teloni ha il suo peso, il materiale porta con sé una sua storia. La combinazione in mostra delle due opposte fazioni espressive è vincente.
Il titolo della mostra lascia intendere come il campo dell’arte - e in particolare quello della pittura - sia quel luogo - nel mondo e nella realtà - “in cui gli opposti stanno”. Ancora una volta Pignatelli mette sotto indagine il suo percorso creativo, senza tradirlo, o rinnegarlo, ma insistendo nella sperimentazione, indagando le possibilità espressive e formali della pittura oggi. Costruendo i suoi lavori, Luca Pignatelli si comporta come un musicista classico contemporaneo che fa dell’avanguardia un repertorio tra i tanti e che nelle sue composizioni sperimentali fa stare assieme. L’artista continuando con ostinata fedeltà a fare pittura, cercando ragioni d’essere profonde alla sperimentazione in pittura, lavorando sui materiali, i repertori iconografici, i colori, l’assemblaggio, fa del quadro uno strumento possibile e praticabile della azione politica.

Voto 7 ½ 

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