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  13/10/2024 - 02:28

 

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Memory Effect
Per il Black History Month Florence
La mostra, a cura di BHMF, è co-prodotta da Murate Art District e The Recovery Plan e vede esposte quattro opere site specific degli artisti Binta Diaw, Nexcyia, Bocar Niang e Lerato Shadi
Dal 2 febbraio al 2 marzo 2023 al MAD Murate Art District di Firenze

 




                     di Giovanni Ballerini


Si rinnova per il settimo anno di collaborazione tra MAD Murate Art District e Black History Month Florence, l’iniziativa dedicata a promuovere le culture afro-discendenti nel contesto italiano). Il contesto è la mostra Memory Effect, curata da BHMF in collaborazione con gli studenti del master IED in Curatorial Practice che dal 2 febbraio al 2 marzo 2023 si tiene su tre diversi livelli negli spazi espositivi di MAD Murate Art District, gestiti da MUS.E. Memory Effect si articola in quattro installazioni degli artisti Binta Diaw, Nexcyia, Bocar Niang e Lerato Shadi che lavorano intersecando performance, arte sonora e installazioni.
Il Memory effect, l'effetto memoria (ME) in geologia è visualizzato in interferenze e anomalie presenti nelle mappature e topografie; è infatti prodotto da errori e imperfezioni generati dall'attrezzatura e dalla tecnologia utilizzate nella raccolta dei dati e nella creazione di grafici. E’ questa riflessione a dare forma alla mostra. Ciascuna delle opere esposte a Firenze è realizzata con un approccio di installazione site specific ed estende la percezione della capacità sonora di occupare spazio. Video, materiali tessili, terriccio e parti di automobili si fondono idealmente in una serie di dialoghi sfumati sulla documentazione e la memoria come forme di resistenza. Attingendo a storie orali, il progetto è arricchito da display di ricerca portata avanti dagli alunni del master IED in Curatorial Practice collegati a Black Archive Alliance in dialogo con le opere degli artisti.
Il lavoro di Binta Diaw, 1.12.44, esposto nella Sala Anna Banti, è un'installazione ambientale composta da terra, suono, piante di miglio e un cappello dall’uniforme dei Tirailleurs sénégalais. La data menzionata nel titolo, il primo dicembre del 1944, ricorda il massacro compiuto dal comando francese a Thiaroye, in Senegal.
Nel Mabogo Dinku (esposto nell’Emeroteca di MAD al piano terra), la mano di Lerato Shadi fa gesti enigmatici e lei canta un verso popolare in Setswana. Shadi non fornisce sottotitoli o indicazioni sul significato di parole e gesti perché l’artista narra l'inenarrabile, la storia del suo popolo, emarginato durante l'apartheid in Sudafrica.
Con Mur des Mots (Muro di parole) di Bocar Niang, esposto nella galleria al primo piano, l’artista riflette sulla trasversalità delle espressioni artistiche, tra tradizione e contemporaneità, evidenziando il ruolo dell'oralità. La sua pratica riguarda la creazione di una collezione composta da racconti e poesie multilingue (in francese, inglese, pulaar, wolof, bambara, mandé, arabo).
Infine nel foyer del Carcere duro, al terzo piano, INTER(FEAR)ENCE di Nexcyia parla delle divisioni e delle gerarchie tra i potenti e gli impotenti. Ispirato dall'idea che la paura generi un filtro sonoro, che ci impedisce di riconoscere la nostra comune umanità, questo lavoro dà corpo alle paure presenti ma invisibili simboleggiate dalle forze dell’ordine.
L'inaugurazione della mostra di giovedì 2 febbraio alle 17:30 viene accompagnata da un dialogo con gli artisti Binta Diaw, Bocar Niang e Justin Randolph Thompson del collettivo curatoriale BHMF.

Orari di apertura mostra: dal martedì al sabato, dalle 14:30 alle 19:30
Chiuso al pubblico: domenica e lunedì.
MAD Murate Art District
Info: info.mad@musefirenze.it - 055.2476873

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