OPEN si conferma un'appuntamento di prestigio per l'arte contemporanea
OPEN2002. Imaginaire Féminin. L'edizione 2002 di Open. Trionfa l'arte al femminile: 43 artiste per 38 paesi diversi
Giunto alla quinta edizione, OPEN è diventato un appuntamento
di rilievo dell’arte e della creatività. L’idea di partenza fu di Paolo De Grandis,
era semplicemente grandiosa. Creare un appuntamento dedicato alla scultura
inserita nel contesto urbano che affiancasse l’ormai celeberrima mostra
internazionale del cinema. Già dall’inizio gli obbiettivi di OPEN puntavano in alto. Nella
prima edizione (1998) già si contavano presenze internazionali di gran rilievo:
per l’America c’era Beverly Pepper,
per la Grecia Varotsos,
per l’Italia Calzolari;
questo fece si che il progetto prese letteralmente il volo. Nelle successive
edizioni gli artisti a rispondere all’invito crescevano sempre più, e la
scultura pubblica si riconfermava (e si riconferma tutt’ora) una scultura
totalmente autonoma, che si inserisce nell’ambiente urbano abbracciando o
stridendo col suo contesto. Nel corso degli anni, fino ad arrivare all’OPEN 2002
inaugurato il 29 Agosto, le partecipazioni sono sempre in salita e ci si
avvicina sempre più al mondo del cinema fino a trovare nello scorso 2001 con la
partecipazione dell’italiano Mimmo
Rotella.
L’interesse dell’artista nei confronti delle locandine
cinematografiche non è resistito al Leone D’Oro. La Fondazione Mimmo Rotella infatti istituì
un premio per un cineasta la cui arte testimoni l’amore per il suo tempo. Fu
così che per primo è stato premiato Joao
Botelho per il suo film “Quem ès
tu?”. Il premio MIMMO
ROTELLA diventerà un appuntamento fisso atto a generare il legame in
modo simbolico fra la scultura pubblica e il cinema.
Nel corso delle brevi tappe della sua neonata storia, OPEN ha saputo confermarsi una data di
notevole importanza nel calendario dell’Arte Contemporanea. Certo, non
concorrerà mai con la Biennale della laguna,
ma ha tutti gli attributi per poterla, nelle prossime edizioni,affiancare. Le
presenze sempre in aumento quest’anno hanno visto una grandissima
partecipazione dei paesi asiatici, che riscoprono il loro linguaggio sintetico
spesso rivisto e rielaborato dal contesto occidentale, e dei paesi dell’est che
presentano opere tanto influenzate dalla condizione poco felice della vita.
OPEN
apre l’arte al pubblico, e riesce a metterla alla prova inserendola negli
spazi, nella realtà. In poco tempo le opere sembrano adattarsi al luogo, e
quindi subiscono anch’esse il passare del tempo. Vengono attraversate da una
realtà differente, dalla realtà urbana.
Voto
8,5