l Toro Loco festeggia alla grande 40 anni di musica, dopo il suntuoso quinto posto al Sanremo 2020, Piero Pelù ha pubblicato venerdì 21 febbraio 2020 il nuovo disco solista di inediti. Si chiama "Pugili Fragili", è stato arrangiato e prodotto dallo stesso Pelù con Luca Chiaravalli ed è ventesimo album di studio per il cantaurocker fiorentino, tra Litfiba e la sua avventura da solista e racchiude in sé tutte le anime musicali e tematiche di Piero nei suoi primi 40 anni di un percorso artistico e umano.
Ne parliamo con El Diablo ...
Piero, complimenti per Sanremo. Come si è trovato il rocker su quel palco?
“Non è stato facile, mi trovavo davanti a una grossa scommessa. Sono abbastanza incosciente da non preoccuparmi: programmo le cose ma poi vivo il presente e non mi interessa quello che potrà essere dopo. “Gigante” è una canzone nella quale credo perché ci sono dentro gli elementi più importanti anche dello stesso album. Ho avuto un approccio molto easy con questo Sanremo. Non mi interessava la gara, l’ho sempre dichiarato: ero lì per festeggiare questo traguardo incredibile. Ho fatto quarant’anni di musica effettiva e questo era un motivo di festeggiamento. Sono arrivato a quell’età in cui o ti diverti o vai a fare l’orto. Ho optato per la prima perché ancora riesco a farlo e penso di riuscire a trasmettere ancora un po’ di questa energia all’esterno”.
Che emozione si prova a dedicare la canzone al nipotino Rocco e cantare di rinascita?
“Il tema della rinascita, che mi è stato ispirato anche dai ragazzi dei carceri minorili di Nisida a Napoli, l’ho fatto mio perché non a caso fa riferimento alla muta del serpente che cambia pelle e va avanti”.
Bel titolo Pugili fragili, a cosa allude?
“Quando si vive una vita un po’ estrema come quella che mi trovo a vivere perché non faccio mai scelte facile (e l’Ariston è un esempio lampante), bisogna essere pronti ad incassare così come bisogna essere pronti ad attaccare. Per quello che mi riguarda, tutto questo è circoscritto alla creatività in musica. La ragione per cui io vado avanti è perché ho ancora qualcosa da dire e ho bisogno di dirlo. Ho un vissuto che non mi allontana dalla realtà, un po’ per scelta e un po’ per necessità. È un ring continuo cosicché l’avversario cambia in continuazione: può essere la musica che cambia, il mercato discografico completamente diverso, può essere che ti senti dire da 40 anni che il rock e morto e poi vai a Sanremo e scippi le borse (mi hanno detto dopo che avevo scippato una Chanel da 5.000 euro e l’agitavo come se fosse la borsetta delle mie figliole… ma questo fa parte della mia incoscienza!)”.
Pugili fragili è un album che percorre un po’ tutti i suoni e tanti temi contemporanei per sottolineare una maturità curiosa di sperimentare?
“La collaborazione con Luca Chiaravalli è stata per me molto positiva. Si è istaurata una collaborazione artistica molto buona: litighiamo dalla mattina alla sera. L’album è molto vario: ho toccato tantissimi generi musicali e tantissimi argomenti. Ci sono dentro un po’ tutte le anime. Ricordiamoci che quest’anno io festeggio i 40 anni di Rock and roll e quindi era giusto musicalmente per me riuscire a toccare con questo album tutti i generi che da solo e con i miei amatissimi Litfiba ho toccato in tutti questi anni. Questo è un album che ha abbattuto molte barriere. Non è un caso che ci siano così tanti generi musicali all’interno. Spero che grazie a Luca Chiaravalli ci sia un’omogeneità e che si senta questa volontà di omogeneità perché comunque oggi, volente o nolente, viviamo in una sorta di piccola Babele sociale ma anche musicale (ne è stata una prova anche il Sanremo che Amadeus ha messo in piedi dando un ventaglio di tutti i generi musicali che oggi ci sono in Italia)”.
Si sente che dietro il disco c’è dietro un grande lavoro ...
“Sì e il piacere di ascoltare musica e io per fortuna non ho ancora perso quel piacere. All’interno di questo disco ci sono momenti molto metal e hard ma ci sono anche momenti blues (come “Pic nic all’inferno” e “Nata libera”). Ho abbattuto tutti i muri perché alla fine ascolto un po’ tutta la musica. Ovunque ci siano belle melodie e bei suoni, io ascolto perché c’è della musica che ha l’anima e ovunque la musica abbia un anima e ovunque trovo qualcosa di interessante. L’unica cosa che è cambiata e che avendo ormai la stanza della musica piena di cd, mi tocca ascoltarla liquida e questo mi dispiace perché non tocco il cd o il vinile con il quale sono nato, però me ne sto facendo una ragione, anche se ci ho messo anni. Arrivato a questo punto non intendo più farmi rovinare la festa da niente e da nessuno. Anche se in realtà c’è dietro un lavoro massacrante perché la preparazione del disco è stata molto complessa di due anni, n’è valsa la pena perché prendere botte aiuta e non è con le cose facili che si cresce. Anche le lotte in studio con Luca. Se avessi dato retta a lui l’album sarebbe stato più pop”.
Farai qualcosa con i Litfiba?
“Festeggeremo anche i quarant’anni con i Litfiba al momento giusto”.
Come continuano i festeggiamenti dei tuoi primi 40 anni di musica?
“Sarà un tour molto, molto diverte di gran festa, non di celebrazione perché non devo celebrare niente, devo solo festeggiare tutta la vita di cui mi sono circondato in questi anni”.