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Tarwater
Dwellers on the Threshold

 


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  19/03/2024 - 12:41

 

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Tarwater
Dwellers on the Threshold
Parola di Berndt Jestram!

 




                     di Raffaello Carusi


Minimale ed orchestrale, elettronico ed acustico, cantato e strumentale, metropolitano e naturistico, "Dwellers on the Threshold" (Kitty Yo, distr. Widerecords) è l'opera più compiuta dei Tarwater e si presenta come un capolavoro di sintesi musicale ed emozionale. Moderno ed al passo con in tempi eppure classico, come classici sono Terry Riley, Lou Reed ed i Tuxedomoon, il cui ricordo affiora qua e là tra i solchi. In occasione dell'uscita del disco abbiamo rivolto a Berndt Jestram (insieme a Ronald Lippok componente del gruppo) alcune domande.
 

Come presenteresti il nuovo album dei Tarwater in estrema sintesi?

"Dwellers..." è più una raccolta di racconti che un romanzo.

Sembra che abbiate scoperto di avere una splendida vena come songwriters. Avevate già avuto nei vostri gruppi del passato occasione di scrivere songs o è una novità assoluta per voi?

Ci siamo conosciuti nel 1981, suonavamo in una punkrock berlinese, i Rosa Extra: canzoni brevi con testi in tedesco ("Karo einfach", "Auf der anderen seite des grabes", "Was dir deine waschmnaschine ist mir meine schleuder"...) ma molto presto siamo stati attratti galle possibilità degli strumenti elettronici e delle nuove tecniche di registrazione. Ma contemporaneamente a portare avanti progetti sperimentali (Ornament und Verbrechen, Aufruhr zur Liebe) abbiamo sempre mantenuto la passione per le canzoni.

Che storie raccontate nelle vostre canzoni?

Le nostre liriche sono spesso frammenti tratti dalla tv , giornali, libri. Non raccontano storie nel senso tradizionale, come potrebbe fare un folksinger. Come la nostra musica sono studiati per stimolare l'immaginazione dell'ascoltatore.

Sembra anche che la strumentazione acustica stia prendendo un posto di rilevo nella vostra musica. Quanto del disco è suonato dal vivo e quanto frutto di campionamenti?

Si, in "Dwellers..." abbiamo proprio riscoperto la qualità degli strumenti come le chitarre acustiche, le percussioni e perfino strumenti autocostruiti da amici. Abbiamo spesso e volentieri suonato musica generata dal computer, mentre in quest'ultimo lavoro non abbiamo utilizzato molto le macchine rispetto al passato.

Credete ci sia una speciale influenza nella vostra musica legata al fatto che vivete a Berlino?
Berlino è cambiata moltissimo nell'ultimo decennio... quali sono gli aspetti di questo cambiamento che vi sono piaciuti e quelli che detestate?

Al di là del fatto che vivere a Berlino è ancora piacevole, per un musicista è importante vivere in una città dove si trovano molti altri artisti interessanti e un gran numero di buoni clubs. Ci pare interessante anche l'influenza che ha avuto il ricongiungimento della parte ex Est di Berlino sulla vita cittadina. La campagna intorno alla città è splendida (laghi, fiumi, parchi naturali). Quello che troviamo insopportabile è l'aggressione yuppie del quartiere centrale Mitte dove si trova il nostro studio di registrazione... e poi, è difficile trovare pesce fresco a Berlino!

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