La bastarda di Istanbul, 2018
L'ultimo harem, 2018
L'ultimo harem, 2009
Non sarà l’Ultimo
Harem. Ci scommettiamo visto l’afflusso. Si scende nei camerini, si
osservano i cartelloni delle vecchie produzioni, risaliamo in superficie dove una coltre fa mistero, avvolti da colori,
attorniati da cuscini e tappeti e lo scroscio delle fontane in marmo di
Carrara. La storia è nota: è la notte della chiusura ufficiale dell’ultimo harem
del sultano. Alle porte ci sono gli scontri che porteranno la democrazia in
Turchia. Una storia, infarcita di fascinosi termini ottomani, ne tira dentro
un’altra, come le ciliegie, una parentesi rotonda ne ha dentro un’altra graffa.
E, nella platea ricostruita sul palco, ci si perde in questa nebbia di un mondo
lontano e distante, in chilometri e culturalmente, rapiti dal ronzio costante dell’acqua
che fruscia. Serra Yilmaz è un fumetto con grandi occhi azzurri che gioca
e interagisce molto con il pubblico, Giulia Innocenti, che ha imparato la parte
in una settimana, sostituisce degnamente Valentina Chico, Riccardo Naldini è il collante ideale tra le due attrici prima come capo degli eunuchi, poi come giovane scapestrato, infine come marito moderno. Anche le donne contemporanee, turche e non solo, libere, emancipate e denudate, vogliono essere chiuse e rinchiuse in un harem, in una gabbia
dorata, vogliono essere più prese che comprese, passando dalla padella alla
brace, da una prigionia a un’altra. E quando, nell’ultimo episodio della favola
moderna, una donna incontra un uomo minuscolo, che non sa decidersi né prendersi le proprie responsabilità, e decide di
miniaturizzarsi per stargli a fianco, l’uomo improvvisamente ingigantisce
schiacciandola. Chiamiamola: “la fine di Marilyn Monroe”. “Parole, parole” è la sintesi perfetta all’incomunicabilità tra i due sessi: come un dialogo tra un sordo e un muto. Poveri uomini, giustamente derisi per la loro maschia incomprensione. Info: fino a sabato 31 gennaio 2009; 055.4220361.
Voto
7½