Un'ottimo esempio di metateatro per rileggere i Promessi Spori in chiave contemporanea.
Sull’onda del successo che
ha salutato (per tre settimane) il debutto al Teatro Grassi di Milano, arriva
al Metastasio di
Prato lo spettacolo “I Promessi Sposi alla prova”, prodotto dal Metastasio insieme allo Stabile di Torino e la Compagnia Sandro Lombardi e con la regia Federico Tiezzi. Lo spettacolo prosegue la tournée fino a marzo 2011 in molte città italiane tra cui, Trieste, Ancona, Roma, Torino, Napoli,Genova, Bologna, Modena, Bari.
Ma veniamo allo spettacolo, il cui testo fu realizzato nel 1984 da un Giovanni Testori che veniva da riscritture da Shakespeare e da Sofocle. Il plot si dipana sul polveroso palco di un teatro
periferico milanese (anche se poi la scenografia ci riporta al Piccolo Teatro) e vede un capocomico impegnato a far interpretare a un gruppo di attori comicamente scalcagnati il capolavoro di Manzoni.
Interesse principale dell'autore è quello di fare del romanzo uno specchio in cui riflettere i suoi anni tribolati che, a ben vedere, potrebbero essere anche i nostri. E’ al desiderio di aprire gli occhi sulla realtà (con lo strumento dell’umorismo manzoniano) che gli interventi testoriani si appigliano per dissezionare i
nuclei narrativi originari e ricomporli in parabole insieme sceniche e morali. Il risultato è un po' prolisso, ma convincente. I Promessi Sposi alla prova, già dal titolo, svela l’intenzione di spingere il romanzo nel territorio del teatro, facendo anche emergere sotto traccia anche la vita di Testori: la verifica dei suoi amori, delle sue passioni umane e culturali. Non a caso il mettere alla prova è, in tutti i sensi, il cuore del lavoro registico, nel doppio senso di mettere in prova la praticabilità teatrale di un testo o comunque di un'ipotesi scenica e di verificare la sua tenuta in una situazione storica mutata. Su queste premesse si basa il lavoro di Tiezzi: che non si limita a una spiegazione del romanzo ma, come desiderava Testori, mette in scena una lezione e un monito: perché I Promessi Sposi sono il romanzo della storia, e il popolo incarna questa storia nella libertà più assoluta.
In una struttura pirandelliana simile a quella dei Sei personaggi in cerca d'autore, su di un palcoscenico nudo, si svolge la prova di una commedia da fare, dove ai temi di riflessione sul teatro e sui suoi modi comunicativi, si mescolano i grandi motivi manzoniani della pietà, della grazia, del male e della morte, della Provvidenza e della salvezza. Don Abbondio, Renzo, Lucia, fra Cristoforo, l’Innominato, don Rodrigo tornano a noi attraverso il corpo e la voce dei protagonisti della prova (su tutti un sempre frizzante Massimo Verdastro, una puntuale Marion D'Amburgo) in un mescolamento di azioni e di ruoli di grande vivacità teatrale.
Con questo spettacolo Tiezzi affronta insieme Testori e Manzoni. Il fine è restituire una parola non retorica ma che parta dal basso, dagli umili, dai diseredati, di coloro che
identificano la vita con il rispetto del prossimo, del mondo e della storia. Un modo per sottolineare anche il centocinquantesimo anniversario dell‘Unità d'Italia, quella unità che Manzoni contribuì a creare dal punto di vista linguistico-letterario, innestando la tradizione lombarda in quella toscana. Unità della lingua come unità di una nazione: la cultura non è qualcosa di separato
dalla storia ma addirittura la determina.
Nella teatrografia di Federico Tiezzi, questi Promessi sposi alla prova vengono a costituire un
ideale dittico con il Simon
Boccanegra recentemente diretto alla Staatsoper di Berlino e poi alla Scala: Verdi e
Manzoni hanno contribuito da artisti, e come mai nessun altro artista, all’unità della nazione.
Sabato 27 novembre ore 18, al Teatro Metastasio è previsto Letture Testoriane, un Recital di Sandro Lombardi a cui intervengono
anche alcuni attori della compagnia. Si tratta di una carrellata in ordine cronologico dei tanti scritti di Testori: narrativa, teatro, poesia, critica d'arte, che a loro volta esemplificano un percorso tortuoso ma sempre coerente, sia nelle scelte stilistiche, quanto mai diverse, che in quelle morali, tormentate ma al fine sempre volte a conoscere la realtà del mondo e dell'uomo.
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