partner di Yahoo! Italia

Fizz - Idee e risorse per il marketing culturale !

Scanner - Cultura Opinioni Online
links redazione pubblicità info redazione@scanner.it


   


La bastarda di Istanbul
Riduzione e regia Angelo Savelli
L’Ultimo harem
di Angelo Savelli
Una firma per Cargo
La petizione
Le Cognate
Di Michel Tremblay
Napolisciosciammocca
Cauteruccio canta Napoli
Teatro dei Giovani di Spalato
Compie 70 anni
Ubu Roi
Di Alfred Jarry
Los Hermanos Macana
Tango Macho
Compagnia Marta Carrasco
No sé si
Sogno di una notte di mezza estate
Di William Shakespeare

 


Ricerca avanzata

 

 

Arte Musica Libri Cinema Live Interviste Home Vignette Gallery Hi-Tech Strips Opinioni Gusto Ospiti TV

  20/04/2024 - 07:18

 

  home>live > cult

Scanner - live
 


Maria Cassi
My life with men and other animals
Scritto da Maria Cassi e Patrick Pacheco, Regia di Peter Schneider, Con Antonino Siringo al pianoforte, Direzione musicale: James Edwards, Scenografia: Gianni Carluccio, Costume: William Ivey Long, Luci: A. J. Weissbard, Video: Valeria Palermo
Un progetto di Change Performing Arts, Red Shoes Entertainment e Teatro del Sale, produzione esecutiva CRT Artificio, Spettacolo in italiano e in inglese

 




                     di Tommaso Chimenti


Maria Cassi, Concertino d'amore, 2010
Maria Cassi, My life with men and other animals, 2011


Si dice che ogni scrittore scriva sempre lo stesso libro, che ogni artista esegua sempre la stessa opera. In forme diverse ma sempre cercando di vincere, superare, esorcizzare le proprie paure, il proprio passato, le nostalgie, i traumi. Il palco dona questa possibilità e responsabilità, rende immortali e unisce in un abbraccio metaforico chi racconta la propria avventura collegandola, con fili trasparenti di ragnatela emotiva, a chi sta ascoltando. Maria Cassi ci regala, nel suo ultimo delicato spettacolo, già protagonista a Parigi, Bucarest e New York, la sua autobiografia con lievi pennellate di un’ironia bonaria, frugale, spizzichi di nostalgie casalinghe, morsi di ricordi familiari, forchettate di un passato che qui, tra le luci soffuse, può liberamente ritornare e rivivere, sciolto dalle briglie del tempo e dato in pasto ad un pubblico a bocca aperta, affamato ed avido di sentimenti. Perché la Cassi è giocoliere con la mimica e con le parole, con i gesti delle mani, il gramelot raffinato, i guizzi vocali, e costruisce, in questo “My life with men, and other animals” dal respiro internazionale, che ha debuttato all’ultimo festival di Spoleto, una sorta di saga, di geografia d’albero genealogico tra le emozioni, gli aneddoti, le curiosità piccole, marginali, tralasciabili, minimalia e minuzie e piccolezze che poi sono quelle che fanno una vita. Le virgole. La normalità e non gli eccessi. Il sole e non le luci della ribalta. Ed allora ecco il rapporto d’amore con la madre che la metteva in guardia, a suo modo duro ed inquietante, sui mali ed i pericoli della vita fuori dalle protettive mura domestiche. I primi balli, che se ti avvicinavi troppo al maschio brufoloso potevi rimanere incinta, gli amori, dai Beatles, passando per Bob Dylan, il sogno avverato New York, fino al più terreno Picchi. Un congegno ad orologeria, ideato assieme al disneyano Peter Schneider, che alterna in un flusso continuo lacrime, poesia, risate, in un’altalena di simpatia nel suo apporto semantico greco antico. Maria è lì, davanti a noi, con le sue facce, che poi è una sola, la sua, quella che ha sempre messo, ci regala il suo tempo, le sue visioni che poi sono le nostre, Firenze in primis, le sue latitudini, le sue passioni semplici, naturali, vicine, tangibili, da toccare, assaporare. Senza perdersi nelle nuvole, con i piedi ben saldi a terra. Si apre come un orologio a cucù, come una bomboniera, come un carillon, una matrioska, la porta di casa di un’amica, l’alba, un sorriso, e tira fuori sorprese non di effetti speciali e raggi laser ma di quella leggerezza sana, pezzi di vita che bisogna “vivere per raccontarla”, come diceva Gabriel Garcia Marquez. Vivere che non è solo respirare, ma mettersi in gioco, soffrire, sbagliare, sporcarsi la maglietta Per non rischiare un noioso zero a zero. Una piece racchiusa in scrigni preziosi come respiri, in Canti, omaggio dantesco, nicchie da aprire con rispetto, impreziosita da canzoni, “Stand by me” e “Mi sono innamorato di te”, “New York, New York” ed il motivetto che torna e ritorna “Obladì, Obladà”. C’è tutto in questa terapeutica apertura del mondo cassiano, in questo pensiero resoconto. Un inno alla vita. Per la Cassi si chiude un cerchio.

Voto 8 

        Invia Ad Un Amico

© Copyright 1995 - 2010 Scanner