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  19/04/2024 - 22:15

 

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Fahrenheit 451
Di Ray Bradbury
Traduzione e regia Maddalena Fallucchi Scene e costumi: Maria Alessandra Giuri.
Teatro della Pergola , 8-10 marzo 2005

 




                     di Tommaso Chimenti


Nerone, brucia Roma. Una scena da Colosseo, in bianco trafelato e trafugato di fiamme e luci giallo rosse, sullo sfondo chimerico e statuario, è il fondale dove pesci che annaspano nell’esistenza si aggrappano gli uni agli altri per salvarsi e continuare a respirare.
Da Bradbury, passando per Truffaut, arrivando a Maddalena Fallucchi in un atto unico decisamente troppo ampio e prolisso, due ore dense di parole e grondanti di alchimie futuriste e filosofiche, che ha ripreso didascalicamente ed alla lettera, senza tagli, il romanzo alla Asimov sul prossimo venturo ormai presente.
Una società opprimente che imbavaglia la curiosità con i grandi schermi e l’occhio del Grande Fratello sempre pronto ad osservarti e controllarti, dove si brucia la cultura perché porta soltanto domande ed illusioni, dove l’oligarchia felice stramazza i suoi sudditi di psicofarmaci in un gioco del gatto e del topo, del tutti contro tutti, tra spionaggio medievale e segugi ringhianti che uccidono i Disobbedienti.
Anche qui, come nell’ultimo Ozpetek “Cuore sacro”, sarà l’innocenza alla Candido di Voltaire di una bambina a far mutare il punto di vista dell’incendiario che scopre di avere ancora qualcosa che pulsa dentro e non soltanto il suo lanciafiamme.
Il singolo distrugge il sistema prima che questo lo annienti o elimini se stesso e con esso tutti gli individui isolati ormai lasciati in balia degli eventi e sempre più soli e svuotati di fronte al Tutto?
La schizofrenia dilaga, la televisione ci rende dei protagonisti falsi e fasulli di uno show che non è mai cominciato, il coprifuoco interiore elimina la poesia, la spontaneità e la freschezza, la memoria e la pagina stampata sono soggiogate all’ignoranza, tutto è rimesso in discussione dal più semplice dei quesiti: “Sei felice?” che liquefa ogni certezza di sabbia in riva al mare.
Le sirene sullo sfondo danno un senso di panico controllato, i farmaci inghiottiti ed i suicidi, la censura e la paura imperante, il nozionismo dei quiz, “Chi vuol essere milionario” e “L’Eredità”?, i caccia bombardieri che sfrecciano a velocità supersoniche: forse non è Bradbury che parla, forse non è futuro, forse è la nostra coscienza gorgogliante che osserva il presente continuando bellamente a nascondersi dietro un dito considerando fiction la realtà, impoverendo le persone restringendole a numeri, massa o idolatrandole a personaggi demoniaci ed egoisti allo stesso tempo.

Voto 7 

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