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V. Vannuccini - F. Predazzi
Piccolo viaggio nell'anima tedesca
Milano, Feltrinelli, 2004; pp. 144

 




                     di Hans Honnacker


Come si presentano i tedeschi di oggi agli occhi degli osservatori stranieri? Confermano i soliti stereotipi di persone efficienti, precisi, ma anche un po’ pedanti e noiosi? Le due autrici, giornaliste navigate ed esperte della Germania odierna, intraprendono un viaggio divertente nel mondo culturale tedesco prima e dopo la riunificazione tramite l’analisi del linguaggio proprio del tedesco. Partendo da parole peculiari e spesso impronunciabili, che non trovano pendant nelle altre lingue europee, come Weltanschauung (normalmente tradotto con la visione del mondo, ma che non si esaurisce in questo), Schadenfreude (ovvero la gioia per le disgrazie altrui), Zweisamkeit (la “dualitudine”), e tanti altri termini, danno uno spaccato della mentalità tedesca, esemplificando tali invenzioni linguistiche con gustosi aneddoti su personaggi pubblici della politica e cultura contemporanea, da Helmut Kohl e Mikhail Gorbačëv (Männerfreundschaft, cioè l’amicizia tra uomini) a Günter Grass, premio Nobel della letteratura nel 1999 (Vergangenheitsbewältigung, cioè la rielaborazione del passato). Il libro dà una visione tra il serio e il faceto – alla Good Bye, Lenin!, per intenderci – di certe abitudini culturali tedesche, che si riflettono in parole proprie solo alla lingua tedesca, e quindi delle ‘manie’ linguistiche dei tedeschi riunificati che ricordano ed appaiono così strane agli osservatori europei, rendendole quasi simpatiche. Peccato solo che le autrici incorrano alla fine in inesattezze del tutto gratuite, come la data del riarmo tedesco che non risale al 1949, data della fondazione della Bundesrepublik Deutschland, ma al 1955, già in piena “guerra fredda”. Lo stesso vale per l’emancipazione femminile in Germania che, almeno rispetto all’Italia, appare piuttosto avanzata: il ruolo della donna nella società tedesca non si può più da tempo riassumere (almeno dagli anni Settanta) con le tre ‘K’ tradizionali: Küche (cucina), Kind (bambino) e Kirche (chiesa). A parte queste ‘piccolezze’, nel complesso, è veramente un libro da consigliare, capace di tratteggiare con umorismo le virtù ed i vizi dei nostri vicini germanici – espressione di un’Europa che cresce sempre più insieme –.

Vanna Vannuccini - Francesca Predazzi, Piccolo viaggio nell'anima tedesca, Milano, Feltrinelli, 2004; pp. 144

Voto 7 

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