Beat italiano alla riscossa. Martedì
18 maggio 2010 alle 17,30 all’Auditorium Attilio Monti del quotidiano La
Nazione (Via Paolieri, 2 – Firenze), Shel
Shapiro presenta con Titti Giuliani Foti l'autobiografia "Io sono immortale". L’ingresso
è gratuito, ma per partecipare occorre prenotarsi allo 055-2495656.
Sarà interessante
assistere dal vivo alle narrazioni di un protagonista assoluto degli anni
Sessanta che ricorda, con amore ma senza rimpianti, il tempo che ha attraversato
alla ribalta. Lo farà specchiandosi nelle riflessioni di una giornalista acuta e spregiudicata come Titti Giuliani Foti.
Il libro, pubblicato da Mondadori,
che segna il debutto letterario di Shel, vede in copertina lo stesso Shapiro nudo, coperto (un po’ alla maniera della Cuccarini
in Il
pianeta proibito) solo da una chitarra, mentre sulle spalle spunta un paio
d'ali bianche, che lo fanno sembrare allo stesso tempo (con grande autoironia)
angelo e demone. Anche il titolo è falsamente altezzoso: sono infatti da
sempre l’energia vitale e creativa a rendere Shel immortale nel nostro
immaginario. E in questo libro che ha come sottotitolo “L’avventura
di un ragazzo e di una generazione innamorati della musica e della
libertà” l’autore ce lo conferma a pieno. In questo
interessante excursus narrativo, lo storico leader dei Rokes (che
ha di recente scritto insieme al giornalista scrittore Edmondo Berselli e
interpretato con grande successo lo spettacolo teatral - musicale "Sarà
una bella società" che ha visto in scena canzoni, riflessioni e
ricordi assolutamente condivisibili dei sixties) racconta infatti della sua
gioventù, partendo dalla Londra del dopoguerra fino ad arrivare a Milano
e alla Roma della Dolce Vita e dei concerti al Piper Club.
Quello di Shel è un libro
pieno di storie: si passa dallo splendore alle contraddizioni, dalla swinging
London alla nebbiosa Amburgo, dai locali dove si suonava anche dieci ore di
fila all'Italia vista da Milano, dagli schermi in bianco e nero alla musica
più coinvolgente, dalla seicento multipla (anche sotto forma di taxi) allo
sfavillio del Piper, da Patty Pravo all'Equipe 84. Shel, che ha
sempre avversato la grande bugia di quanti considerano gli anni ’60
soltanto come una bellissima giostra dorata, usa queste indovinate 228 pagine per
analizzare il successo, il divismo in quegli anni che tutti ricordano con
gioia, ma accende i riflettori in un modo avvincente anche su un'Italia che
esce a fatica dal torpore per abbracciare il sogno del boom economico. Shel ci
aiuta insomma a ricordare come eravamo. Ma in questo libro non ci sono solo
ricordi, c’è voglia di presente e di futuro.
È la pioggia che va? Ritornerà
il sereno? A queste domande si sottopone volentieri l’inossidabile
rocker, che risponde a testa alta: “Oggi mi sembra impossibile non andare
avanti a sognare. Uno potrebbe dirmi: “Hai sessantasei anni Shel, che
cazzo sogni a fare?” Sì ho sessantasei anni. Ma se uno mi
chiedesse: “Che cosa vuoi ancora dalla vita?”, gli risponderei:
“Vorrei fare la rockstar”. “Sei scemo?” potrebbe a quel
punto domandarmi la persona che mi sta interrogando. “Sì, sono
scemo” Potrei tingermi i capelli, come fanno tanti, ma mi prenderei per
il culo da solo…”
Voto
8