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Shel Shapiro
Io sono immortale
Mondadori, 2010, pag 228
Martedì 18 maggio 2010 alle 17,30 all’Auditorium Attilio Monti del quotidiano La Nazione, Shel Shapiro presenta con Titti Giuliani Foti l'autobiografia

 




                     di Giovanni Ballerini


Beat italiano alla riscossa. Martedì 18 maggio 2010 alle 17,30 all’Auditorium Attilio Monti del quotidiano La Nazione (Via Paolieri, 2 – Firenze), Shel Shapiro presenta con Titti Giuliani Foti l'autobiografia "Io sono immortale". L’ingresso è gratuito, ma per partecipare occorre prenotarsi allo 055-2495656.

Sarà interessante assistere dal vivo alle narrazioni di un protagonista assoluto degli anni Sessanta che ricorda, con amore ma senza rimpianti, il tempo che ha attraversato alla ribalta. Lo farà specchiandosi nelle riflessioni di una giornalista acuta e spregiudicata come Titti Giuliani Foti.

Il libro, pubblicato da Mondadori, che segna il debutto letterario di Shel, vede in copertina lo stesso Shapiro nudo, coperto (un po’ alla maniera della Cuccarini in Il pianeta proibito) solo da una chitarra, mentre sulle spalle spunta un paio d'ali bianche, che lo fanno sembrare allo stesso tempo (con grande autoironia) angelo e demone. Anche il titolo è falsamente altezzoso: sono infatti da sempre l’energia vitale e creativa a rendere Shel immortale nel nostro immaginario. E in questo libro che ha come sottotitolo “L’avventura di un ragazzo e di una generazione innamorati della musica e della libertà” l’autore ce lo conferma a pieno. In questo interessante excursus narrativo, lo storico leader dei Rokes (che ha di recente scritto insieme al giornalista scrittore Edmondo Berselli e interpretato con grande successo lo spettacolo teatral - musicale "Sarà una bella società" che ha visto in scena canzoni, riflessioni e ricordi assolutamente condivisibili dei sixties) racconta infatti della sua gioventù, partendo dalla Londra del dopoguerra fino ad arrivare a Milano e alla Roma della Dolce Vita e dei concerti al Piper Club.

Quello di Shel è un libro pieno di storie: si passa dallo splendore alle contraddizioni, dalla swinging London alla nebbiosa Amburgo, dai locali dove si suonava anche dieci ore di fila all'Italia vista da Milano, dagli schermi in bianco e nero alla musica più coinvolgente, dalla seicento multipla (anche sotto forma di taxi) allo sfavillio del Piper, da Patty Pravo all'Equipe 84. Shel, che ha sempre avversato la grande bugia di quanti considerano gli anni ’60 soltanto come una bellissima giostra dorata, usa queste indovinate 228 pagine per analizzare il successo, il divismo in quegli anni che tutti ricordano con gioia, ma accende i riflettori in un modo avvincente anche su un'Italia che esce a fatica dal torpore per abbracciare il sogno del boom economico. Shel ci aiuta insomma a ricordare come eravamo. Ma in questo libro non ci sono solo ricordi, c’è voglia di presente e di futuro.
È la pioggia che va? Ritornerà il sereno? A queste domande si sottopone volentieri l’inossidabile rocker, che risponde a testa alta: “Oggi mi sembra impossibile non andare avanti a sognare. Uno potrebbe dirmi: “Hai sessantasei anni Shel, che cazzo sogni a fare?” Sì ho sessantasei anni. Ma se uno mi chiedesse: “Che cosa vuoi ancora dalla vita?”, gli risponderei: “Vorrei fare la rockstar”. “Sei scemo?” potrebbe a quel punto domandarmi la persona che mi sta interrogando. “Sì, sono scemo” Potrei tingermi i capelli, come fanno tanti, ma mi prenderei per il culo da solo…”

Voto 8 

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