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Archives Bolaño 1977 – 2003
Il talento dello scrittore cileno
Il visitatore della mostra si trasforma in una sorta di detective e va alla ricerca delle tracce poetiche bolaniane
Al CCCB di Barcellona dal 5 marzo al 30 giugno 2013

 




                     di Giovanni Ballerini


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Roberto Bolaño al CCCB


Non ha avuto modo di vivere a lungo Roberto Bolaño, ma con la sua scrittura, con la sua ecletticità, è riuscito diventare una sorta di leggenda, uno sciamano noir, un romanziere capace risucchiare in un vortice di spunti e idee chi si avvicina al suo universo narrativo, chi condivide il suo slancio avanguardista all’insegna dell’infrarealismo, il movimento poetico fondato da Bolaño, una sorta di Dadaismo alla messicana, che aveva come presupposti la rottura con la letteratura ufficiale e la volontà di creare una nuova avanguardia.
Il CCCB, ovvero Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona, ha avuto l’ottima intuizione di dedicare al geniale scrittore e poeta cileno una mostra in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa. Si chiama Archives Bolaño. 1977 – 2003 ed è visitabile dal 5 marzo al 30 giugno 2013 negli spazi del Centro che è stato realizzato (con un perfetto mix fra storico e moderno) in un grande edificio settecentesco nel quartiere El Raval. Oltre a un riferimento agli anni vissuti in Messico, la mostra si sviluppa in tre fasi:
Prima. L'università sconosciuta. Barcellona 1977-1980
Seconda. Nel caleidoscopio. 1981-1985 Gerona
Terza. Il visitatore del futuro. Blanes 1985-2003
Per poi ripartire in altre direzioni.
La feconda opera dell'autore dei Los detectives salvajes viene messa in luce nei suoi diversi aspetti, ma il bello di questa esposizione è farsi percorso, coinvolgere lo spettatore a compiere un’indagine investigativa su Bolaño. Il visitatore si trasforma in una sorta di detective e va alla ricerca delle tracce poetiche bolaniane, interagisce con lo spazio e i caleidoscopici temi in mostra con una serie di test e giochi. E alla fine si capisce un po’ di più dei meccanismi narrativi, dei metodi di lavoro di questo composito scrittore nato nel 1953 a Santiago de Chile, scomparso nel 2003.
La mostra, curata da Juan Insua e Valerie Miles, evidenzia l’anima innovativa dell’approccio e delle pratiche culturali del CCCB al pari di quella di Roberto Bolaño. In questo viaggio spazio tempo in cui la produzione messicana, si intarsia idealmente con quella portata avanti a Barcellona, ​​Girona e Blanes, dove Roberto Bolaño ha creato la maggior parte del suo lavoro, c’è viva traccia dell’artista e dell’uomo. Tanti documenti inediti ed editi, romanzi, racconti, poesie e scritti vari, libri e quaderni, corrispondenza, fotografie di famiglia, riviste e fanzine, ma anche la sua biblioteca personale, interviste, giochi di strategia e altri materiali preziosi (è stata persino stilata una playlist delle canzoni menzionate nei suoi lavori) svelano l’universo creativo di Bolaño, evocano la profondità e l’unicità del suo percorso. Non a caso le sue opere sono state tradotte in trentacinque lingue.

Voto 8 

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