Anche se non siete emuli di Elton John, ma solo dei cultori degli occhiali, come oggetto o complemento d'abbigliamento, vale la pena di dare un'occhiata alla mostra Gli occhiali presi sul serio, a cura di Anna Poli e Raimonda Riccini, che viene proposta dalla Triennale di Milano dal 4 maggio al 29 settembre per la XX Esposizione Internazionale "La memoria e il futuro". In realtà il progetto della mostra nasce da alcune idee esposte nel testo di Tomás Maldonado, Gli occhiali presi sul serio (contributo al ciclo di conferenze "Sapere e narrare. L'uomo e le macchine", Firenze 19 novembre 1999). E se nel saggio viene proposta una lettura a tutto campo di una delle protesi più comuni ma anche più significative del corpo umano, l'esposizione si propone di ripercorrere l'itinerario che ha portato dallo sviluppo delle prime lenti fino alle recenti protesi visive elettroniche. La mostra è divisa in diverse aree tematiche che si integrano reciprocamente e sono articolate in due sezioni e relative sottosezioni. La prima è dedicata all'occhio naturale, alla sua fisiologia, al cervello e alla visione, nonché agli strumenti per misurare e verificare l'acuità visiva e la salute dell'occhio. La seconda sezione è dedicata all'occhio artificiale, l'occhio che si avvale di protesi visive. La storia dell'ottica dal mondo antico al mondo moderno introduce l'illustrazione della storia, della tecnologia e della produzione delle lenti. Vengono analizzati gli strumenti per il potenziamento della visione, dagli strumenti ottici scientifici agli strumenti elettromedicali. La suddivisione fra occhiali per la correzione della vista, occhiali protettivi e occhiali decorativi permette numerosi fili narrativi, come quelli della sociologia del lavoro, della moda, del cinema ecc.

Le varie fogge di occhiali sono documentate con pezzi originali e attraverso un'ampia selezione iconografica, che spazia dalla pittura medioevale e rinascimentale sino alla rappresentazione moderna e contemporanea. In questo caso la rappresentazione si allarga dall'arte alla grafica, al cinema e alla pubblicità. La storia sociale degli occhiali viene insomma raccontata da diverse angolazioni: il rapporto tra occhiali e corpo, la gestualità quotidiana; il rapporto fra gli occhiali e il ruolo sociale di chi li usa; gli occhiali come strumento di lavoro dal tardo medioevo alla nascita della società moderna. Particolare risalto viene dato alla storia dell'occhialeria, allo sviluppo storico delle montature e alle nuove tecnologie per la loro produzione. C'è spazio anche per protesi visive elettroniche, per i sistemi di visione artificiale per la robotica, dei display monoculari indossabili, degli occhiali schermo collegati a computer portatili con videocamera e microdisplay sulle lenti. In mostra anche sistemi di visualizzazione in real-time e immersivi come gli occhiali multimediali per il cinema individuale e le unità periferiche per la restituzione stereografica.

Voto 7