partner di Yahoo! Italia

Fizz - Idee e risorse per il marketing culturale !

Scanner - Cultura Opinioni Online
links redazione pubblicità info redazione@scanner.it


   


Orlando, my political biography
Regia di Paul B. Preciado
Full Time
Regia di Eric Gravel
A white white day
Un film di Hlynur Pàlmason
Minari
Di Lee Isaac Chung
Tutti pazzi per Yves
Regia di Benoît Forgeard
Lacci
Regia di Daniele Lucchetti
Roubaix, une lumière
Regia di Arnaud Desplechin
Parasite
Di Bong Joon-Ho
Il lago delle oche selvatiche
di Yi’nan Diao
Memories of Murder
Regia di Bob Joon-Ho

 


Ricerca avanzata

 

 

Arte Musica Libri Cinema Live Interviste Home Vignette Gallery Hi-Tech Strips Opinioni Gusto Ospiti TV

  28/04/2024 - 21:49

 

  home>cinema > film

Scanner - cinema
 


Tutto l'amore che c'è
Regia di Sergio Rubini
Cast: Damiano Russo, Celeste Pisenti, Vittoria Puccini, Gérard Dépardieu, Margherita Buy, Sergio Rubini; commedia; Italia; 2000; C.

 




                     di Paolo Boschi


Tutto l'amore che c'è
La terra


Tutto l'amore che c'è sembra un titolo preconfezionato ma, a pensarci bene, è l'espressione più vicina (e morbidamente naïf) per quantificare il sentimento amoroso che sboccia in età verde, quando la passione dell'attimo rende l'amore un concetto privo di confini apparenti. L'ultimo film di Sergio Rubini è un felice frutto di stagione, nel caso specifico quella di metà anni Settanta, vissuta dal regista più o meno all'età dei giovani personaggi di Tutto l'amore che c'è: campeggiano poster dei Beatles e di Rimmel di De Gregori nelle camere di questi ragazzi di un paesino pugliese, realtà chiusa a livello di offerta giovanile (culturale e di prospettive), ragazzi che hanno i classici sogni nel cassetto di tutti i ragazzi, diventare musicisti famosi, essere contraccambiati dalla compagna di banco, non dover pensare a un lavoro (anche perché non ce n'è). Il film si apre per l'appunto sull'amore continuamente ritardato di Carlo, che ha sedici anni e si è perso dietro ad una ragazzina che rimanda sempre il primo bacio: Carlo passa le sue giornate a strimpellare le tastiere in una band locale di belle speranze, sempre a contatto con amici più grandi e con più esperienza di lui. La vita del gruppo procede tranquilla e sedentaria finché, un giorno, nel classico 'cazzeggio' davanti al bar, i ragazzi conoscono tre belle coetanee milanesi, dotate perfino di nomi esotici per le loro orecchie (Gaia, Tea e Lena), disinibite ed aperte rispetto alla mentalità locale. Il gruppo ne resta folgorato e le tre finiscono involontariamente per produrre il caos più totale: nascono amori, gelosie, si sfaldano coppie 'storiche' come quella del dongiovanni Nicola e della 'ribelle' Maura, s'ingenera nel gruppo una confusione generalizzata: anche a livello ideale, perché il padre delle tre 'ninfe' milanesi è un ingegnere mandato a dirigere una fabbrica che dovrebbe far rifiatare l'economia della zona offrendo posti di lavoro - ma il progetto si rivela la classica speculazione oscura in stile anni Settanta - . Dentro Tutto l'amore che c'è finiscono per trovarsi accozzate insieme un bel po' di tematiche, alcune esemplificate da personaggi 'parlanti', come la succosa guest di Dépardieu nei panni del contadino veterocomunista ante litteram Molotov, o quella della coppia borghese di genitori 'aperti' Buy e Rubini, casalinga e impiegato-regista dilettante della filodrammatica locale. Tra un sogno musicale splendidamente illustrato in simbiosi di immagini e di suoni - davvero pregevoli le interazioni registiche di un Rubini in gran forma - e il sogno di un futuro per il Sud malandato e tradito, tra ambizioni e confusioni giovanili, questo film non si perde mai e rappresenta tutti i temi e tutti i personaggi facendo sempre vibrare la corda giusta. Di grande intensità la battuta finale di Carlo nel dramma nel quale il padre, regista per diletto, lo ha tirato a viva forza per tutto il film: non gli interessa dirla, non sa dirla, ma decide di dirla mettendoci dentro un dramma vissuto di fresco sulla propria pelle, e finisce per scoprire, forse, la sua innata vocazione. Davvero un bel film: fresco, vivace, a registri molteplici, sorprendentemente vivo. A voler trovare riferimenti immediati si potrebbe azzardare che il film di Rubini sta a mezz'aria tra i ricordi da bar di Radiofreccia di Ligabue e il sorprendente diario giovanile di Come te nessuno mai di Muccino: una bella boccata d'aria fresca per il cinema italiano.

Tutto l'amore che c'è, regia di Sergio Rubini, con Damiano Russo, Celeste Pisenti, Vittoria Puccini, Gérard Dépardieu, Margherita Buy, Sergio Rubini; commedia; Italia; 2000; C.; dur. 1h e 33'

Voto 7- 

        Invia Ad Un Amico

© Copyright 1995 - 2010 Scanner