Identità violate
Rischio a due

Ispirato dalla classica storia vera a stelle e strisce di discesa agli inferi e ritorno, Rischio a due prende avvio narrandoci la disgrazia sportiva del giovane Brandon Lang, quarterback di talento il cui sventurato ginocchio s’infrange proprio nel preciso momento in cui il nostro eroe segna la meta decisiva per condurre la sua squadra ad un traguardo storico – vittoria che ovviamente avrebbe cambiato per sempre la sua carriera –. Dato che nessuna forma di riabilitazione gli ha consentito di tornare all’agonismo, dopo sei anni il nostro eroe si è dato pace, adattandosi a fornire pronostici sportivi dal deprimente cubicolo di un call center di Las Vegas: ma la sua sorprendente capacità di azzeccare i risultati giusti lo farà notare dal grande guru del settore, Walter Abrams, che lo recluterà con un’offerta allettante. Approdato a New York, il giovane protagonista viene lanciato nell’ambiente come John Anthony, l’uomo da un milione di dollari, colui che può trasformare i sogni altrui in realtà. In breve tempo Brandon conquista la Grande Mela e si lascia conquistare da lussi, attrattive e femmes fatales della città che non dorme mai. Divenuto subito erede ideale del proprio mentore, spregiudicato affarista, Brandon farà convergere fiumi di denaro e clienti sempre più ricchi verso la propria azienda, almeno finché la dea bendata sorreggerà le sue intuizioni ed il suo capo, con un passato da dipendente da scommesse, riuscirà a tenere la testa a posto. Un thriller d’ambiente abbastanza sopra le righe e vagamente sensazionalistico, basato sul mondo delle scommesse gravitanti intorno al football americano, una macchina capace di muovere un fatturato da 200 miliardi di dollari all’anno ed in cui molti scommettitori incalliti si rovinano la vita – una forma di dipendenza diffusa in tutto il mondo, mutatis mutandis –. A parte l’inizio e la fine, l’avventura del palestrato predittore sportivo non intriga granché, risultando pure troppo dilungata alla distanza.

Voto 6-