E’
un piccolo alieno dall’aspetto piuttosto buffo e con un pessimo carattere: nel
pianeta d’origine è stato denominato “Esperimento 626”, concepito dal classico
scienziato pazzo in vena di manipolazioni genetiche proibite, creato con l’unico
scopo della distruzione indiscriminata e perciò condannato all’esilio su un
asteroide deserto. Lilo & Stitch,
l’ultimo cartoon della Disney, si apre nella
classica galassia lontana lontana con il processo a carico del piccolo
protagonista, che riuscirà a fuggire avventurosamente facendo appello alle sue
incredibili qualità – pensa più velocemente di un computer, fuoco e pallottole
gli fanno il solletico e può sollevare fino a tremila volte il suo peso –: un
salto nell’iperspazio lo porterà dalle parti della cara vecchia Terra, per
l’esattezza nel bel mezzo di un’isoletta hawaiana sperduta nel Pacifico.
Proprio qui l’irrequieto mostricciattolo, opportunamente camuffato da cane
indigeno (ma non troppo), sarà adottato da Lilo, una bambina che soffre di
solitudine e vive con la sorella Nani, in grosso affanno a causa
dell’assistente sociale Cobra Bubbles, che le ha concesso tre giorni di tempo
per rimettere in sesto le cose, pena la revoca dell’affidamento della
sorellina. Battezzato
col nome di Stitch da Lilo, inizialmente l’alieno accetta la compagnia
della bambina, fan sfegatata di Elvis Presley, usandola come scudo umano per difendersi dalle insidie dei due inseguitori alieni inviati sulla Terra per catturarlo ed
assicurarlo alla giustizia: la sua indole dispettosa provoca non poche
difficoltà a Lilo ed alla sorella, ma ritrovarsi in un ambiente dove non c’è
niente da distruggere stimola Stitch a scoprire nuovi modi per passare il
tempo, e nuovi valori, come l’affetto per la famiglia disastrata che l’ha
accolto. Ovviamente l’happy ending è in agguato, inesorabile secondo la premiata tradizione Disney,
nell’ambito della quale Lilo
& Stitch rappresenta un deciso ritorno al passato, sia sul fronte
dell’animazione – mancano gli effetti speciali digitali e gli sfondi sono stati
realizzati con la tecnica dell’acquerello – che sul versante dei contenuti: non
a caso in primo piano troviamo il concetto hawaiano di “Ohana”, equivalente ad
una famiglia allargata, numerosi protagonisti, battute in serie ed una briosa
colonna sonora basata sulle canzoni di Elvis “The Pelvis”. Nel venticinquennale
della morte “The King” in questo delizioso cartoon è ricordato anche con
una foto e con l’ultima istantanea dei titoli di coda, che ritrae la famiglia
formatasi nel corso della storia davanti a Graceland, l’ultima dimora di
Presley. L’immagine di Stitch sembra abbastanza nello stile dei Pokémon, ma
sembra che i registi Deblois e Sanders (gli stessi di Mulan) abbiano
cominciato ad elaborare graficamente il loro personaggio prima dell’esplosione
del cartoon nipponico nel mondo. Un vero gioiellino d’animazione
che divertirà i bambini ed intrigherà gli adulti.
Lilo & Stitch, regia di Dean Deblois e Chris Sanders; animazione; Usa; 2002; C.; dur. 1h e 26'
Voto
7½
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