Dall’omonima
pièce di John Patrick Shanley, premio Pulitzer 2005, grande successo a
Broadway, apprezzato concordemente da pubblico e critica, lo stesso autore ha
tratto questo adattamento sul grande schermo, firmando peraltro anche la regia.
Il dubbio non prescinde
dalla sua origine teatrale, evidente anche nella versione cinematografica,
diretta con taglio decisamente classico e poco innovativo, ma affidata ad un
cast di primo piano, con l’ormai leggendaria Meryl Streep in un
ruolo che le si adatta su misura ed un Philip Seymour Hoffman
bravissimo come sempre nei panni dell’ambiguo protagonista. La storia è
ambientata a New York nel 1964, in un’America ancora scossa dall’omicidio
Kennedy, un trauma collettivo che aveva segnato la perdita dell’innocenza di un’intera
nazione, in un momento delicato in cui tra l’altro cominciavano a muovere i
primi passi i movimenti civili per una reale integrazione razziale tra bianchi
e neri. Ed è appunto nello scenario della St. Nicholas, una rigida scuola
cattolica del Bronx, che la telecamera del regista segue le vicissitudini del
primo studente di colore dell’istituto, che fortunatamente padre Flynn provvede
a proteggere da possibili bulli. Capita però che le attenzioni del prelato
verso il ragazzo vengano captate da suor James, dolcissima docente di Storia
alle prime armi che comunica i suoi sospetti a suor Aloysius,
la rigidissima preside della scuola, religiosa ferrea, tenace e pure
intollerante che ben presto comincia a mettere alle strette il buon padre
Flynn. Il film si sviluppa in
modalità dialogiche perfettamente consone alla genesi teatrale della storia, in
una battaglia senza esclusione di colpi tra i due protagonisti, che
simboleggiano anche due filosofie clericali agli antipodi – rigida e
conservatrice quella di suor Aloysius, più umana ed innovativa quella di padre
Flynn –, le due anime di una Chiesa in cambiamento che s’interrogava sulla
direzione del proprio futuro. Tale riflessione è lampante in particolare nelle
incisive prediche che Padre
Flynn elargisce dal pulpito ai suoi fedeli, compresa suor Aloysius.
L’efficacia della storia è indotta anche dalla scelta narrativa di non svelare
niente in modo esplicito ma di lasciare nel dubbio lo spettatore, libero di
giudicare la condotta di entrambi i protagonisti. Da vedere.
Il dubbio - Doubt, regia di John Patrick Shanley, con Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Viola Davis, Alice Drummond, Lloyd Clay Brown, Carrie Preston, Joseph Foster; drammatico; U.S.A.; 2008; C.; dur. 1h e 44’
Voto
7½
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