Il protagonista di Drive è un pilota implacabile, di giorno meccanico e spericolato stuntman part time, diventa uno scafatissimo autista per rapinatori in orario notturno. Un personaggio davvero cool , insomma, e non a caso la sua presentazione è tutto un programma: "Se guido io, quei soldi saranno tuoi. Dammi ora e luogo e ti do cinque minuti. Qualunque cosa accada in quei cinque minuti, sono con te, ma ti avverto: qualunque cosa accada un minuto dopo, sei da solo. Io guido e basta". Di lui non sapremo mai i dettagli anagrafici ma ne seguiremo la parabola esistenziale in un momento molto particolare, una pausa dalla vita di ordinaria solitudine che il nostro antieroe si è imposto: un giorno infatti conosce la bella vicina di casa, si invaghisce di lei, simpatizza col suo figlioletto e continua ad occuparsi della famiglia anche quando il padre esce di galera e torna a casa. Anzi, cercherà di aiutarlo nel colpo che l'ex detenuto sarà costretto a fare per onorare i suoi debiti, una 'buona azione' che lo farà scivolare in una spirale di violenza tale da scardinare il suo stile di vita proverbialmente glaciale ma senza smuoverlo di un millimetro dalla sua dedizione a questa famiglia che sente di dover proteggere a tutti i costi. La storia, che sembrerebbe avviata verso una fine scontata, si concluderà in modo indecifrabile evitando la trappola dell'happy ending consolatorio. Nel complesso Drive è uno dei più riusciti esempi di noir contemporaneo: l'atmosfera di insostenibile ineluttabilità si taglia col coltello, e il protagonista, taciturno e silenzioso, ci intriga dalle prime sequenze mozzafiato per non lasciarci più. Stupisce per l'impeccabile direzione il regista danese Nicolas Winding Refn, che all'ultimo Festival di Cannes ha meritato per Drive il premio per la miglior regia. Nell’ottimo cast brillano un Ryan Gosling sorprendentemente misurato e la solita Carey Mulligan. Assolutamente da vedere.

Voto 7/8