Ci sono commedie dove tutto magicamente va per il verso giusto sotto qualunque punto di vista: la qualità della sceneggiatura, gli attori in sintonia totale con i personaggi, lo sviluppo degli eventi narrati, l’empatia che si instaura col pubblico in modo naturale, una colonna sonora perfettamente in accordo alla storia e, last but not the least, la durata, che è esattamente quel che serve, non un minuto di più, non uno di meno. È il caso di L’amore secondo Dan di Peter Hedges, già autore di un esordio convincente con Schegge di April. Il protagonista del film è ovviamente il Dan del titolo, giornalista autore di una rubrica di successo sul senso della vita, vedovo inconsolabile ma tranquillo, padre amorevole (forse anche un po’ troppo) di tre figlie di quelle che danno un sacco di pensieri, soprattutto ad un genitore apprensivo come lui. La storia prende avvio mostrandoci dall’interno un quadretto di famiglia con qualche problemino sul fronte emotivo, che la testardaggine del buon Dan riesce comunque ad indirizzare nella solita gita annuale a casa dei nonni. È in dirittura d’arrivo che il protagonista si ferma nel paese d’origine per fare delle spese e, assolutamente per caso, incontra e s’innamora a prima vista della cliente ideale di qualunque… libraio, dato che i due si conoscono per un simpatico equivoco in libreria, dove Marie (così si chiama lei) scambia Dan per un commesso e finisce per comprare tutti i libri che lui le consiglia. I due passano ore spensierate e poi si salutano, il problema è che si ritrovano poco dopo a casa dei genitori di Dan… Già, perché Marie è la nuova fidanzata di uno dei fratelli del protagonista, Mitch, che certo non brilla per intelligenza e brio. Giocoforza i due saranno così costretti a passare a stretto contatto giorni pieni d’impegni familiari, giorni davvero insopportabili per Dan, dato che tutta la sua famiglia celebra in continuazione la bellezza e i mille pregi di Marie, rendendola ancor più meravigliosa ai suoi occhi. Per fortuna Dan riesce a riequilibrare le sorti grazie all’interesse di una ragazza locale, adolescente di famigerata bruttezza ma divenuta una splendida dottoressa da adulta. Come spesso capita in amore e in guerra, alla fine qualche vittima collaterale resterà a terra, ma il talentuoso regista e sceneggiatore Peter Hedges ci condurrà ovviamente verso un plausibile happy ending, riuscendo a confezionare una commedia sentimentale intelligente e priva di luoghi comuni. All’ottimo risultato finale contribuiscono in modo fondamentale due impeccabili protagonisti (un irresistibile Steve Carell e la solita Juliette Binoche) e le melodie nostalgiche e vagamente beatlesiane del cantautore norvegese Sondre Lerche. Assolutamente consigliato.

Voto 7/8