Berlino si presenta come luogo accogliente per un
festival e la sua funzione è squisitamente circoscritta ad una
cinematografia d’autore che punta a temi forti e attuali, che non sprigiona grandi autori e non cerca di accaparrarsi a tutti i costi i registi di nome come accada per Cannes e Venezia, ma cerca di assecondare una qualità media soddisfacente e adatta ad un pubblico metropolitano entusiasta. Quest’anno la giuria presieduta da Wong Kar-Wai, che ha presentato in anteprima il sontuoso The Grandmasters, ha assegnato la miglior regia a David Gordon Green,
che con Prince Avalanche torna ai suoi temi indie con concreta motivazione. Riconoscimento anche a Jafar Panahi per la sceneggiatura della sua pellicola, che denuncia la sua condizione di recluso e di artista castrato, che diventa
rappresentanza di un popolo. Danis Tanovic si aggiudica con An episode in the life o fan iron picker il Gran premio della giuria e il riconoscimento a Nazif Mujic quale migliore attore. Mujic, insieme ai suoi
familiari, sono gli interpreti di una dolorosa storia di discriminazione filtrata tramite l’occhio di un docu-fiction travolgente.
Premio Alfred Bauer a Denis Coté.
Le sue protagoniste di Vic+Flo Saw a Bear inseriscono tematiche importanti come quelle dell'amore omosessuale e della vita dopo la detenzione in carcere in una vicenda che assume intelligentemente i contorni dell'horror. Migliore attrice a Paulina Garcia per la grande
interpretazione proposta in Gloria, che delinea un personaggio femminile di
mezza età fragile ma al contempo forte nel reagire ai moti del caso della vita. Orso d’oro alla nuova promessa del cinema rumena Calin Netzer, che con Child's Pose ci propone una riflessione amare su una figura materna in bilico tra affetto e corruzione, sullo sfondo della società rumena attuale in cui il denaro è diventato l’elemento inquinante nel cancellare le coscienze e produrne il silenzio amorale. Ma la Berlinale è da seguire anche nelle sezioni Forum e Panorama, che danno ampio spazio a pellicole di giovani autori e nella sua capacità di catalizzare l’attenzione sul cinema come mondo espressivo da vivere e condividere in un giardino ristretto e incantevole come il Potsdamer Platz.
Voto
7
|
 |
|