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  29/03/2024 - 07:57

 

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Venezia 77
La sfida al covid 19 inizia dalla Mostra della laguna
Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica
Dal 2 settembre al 12 settembre 2020 al Lido di Venezia

 




                     di Matteo Merli


Dopo i dolorosi avvenimenti legati alla diffusione mondiale del Corona virus a livello planetario, che ha compromesso ovviamente lo svolgimento di molte manifestazioni festivaliere, come la prestigiosa kermesse francese di Cannes, Venezia 2020 prova a reagire sul campo, allestendo un cartellone privo dei grandi nomi del cinema statunitense e di parecchie opere francesi, puntando sull'originalità e scommettendo su nuovi registi. I problemi organizzativi non saranno pochi, visto che molti accreditati non potranno essere presenti per attenersi alle norme anti-covid e al distanziamento obbligatorio in questa fase emergenziale; sicuramente Venezia 2020 lancia un segnale di speranza perché il cinema possa ripartire sia con le produzione e con i festival, che sono la vetrina espositiva di questa industria che oggi sta vivendo una fase di affanno e di mancati guadagni. Quindi, il cinema ritorna a vivere negli spazi urbani come evento sociale e dopo la Mostra, altri festival ritorneranno a vivere come Pesaro, Trento, Toronto e San Sebastian, per citarne soltanto alcuni. In qualche modo questa edizione veneziana del festival è come se fosse un numero zero, perché proverà a gettare le basi per dare fiducia ad un settore in ginocchio e fare vedere agli occhi dei media che ancora oggi il cinema può trovare la sua via nella sala buia e non soltanto nello streaming. Se Cannes ha bollato come suoi diversi titoli di autori importanti tra opere americane e francesi, il direttore della Mostra, Alberto Barbera, ha dovuto puntare su cinematografie e autori che non trovano spazio tra le prime voci del concorso internazionale. Quindi, prima di tutto grande spazio al cinema italiano con L’annuncio di Lacci di Daniele Luchetti come film d’apertura (fuori concorso) e Molecole di Andrea Segre come pre-apertura e tra concorso, orizzonti e fuori concorso, uniche sezioni ufficiali ancora attive (le norme di contingentamento hanno fatto eliminare la superflua sezione Sconfini, mentre lo spazio dedicato alla realtà virtuale sarà solo online e Venezia Classici verrà ospitata dal Cinema Ritrovato), si contano addirittura 16 film italiani, poco meno di un terzo del totale – non contando i cortometraggi. Il concorso ufficiale svela delle piacevoli sorprese, come il film di spionaggio del giapponese Kiyoshi Kurosawa, In between dyng di Hilal Baydarov, The world to come di Mona Fastvold, compagna e collaboratrice di Brady Cobert, Nuevo Orden di Michel Franco, Laila in Haifa del grande Amos Gitai, Khorshid di Majid Majidi e Nomadland della promettente Chloé Zhao. Orizzonti, il secondo concorso del festival, ha al suo interno diverse pellicole promettenti: Jenayat-e bi deghat di Shahram Mokri,  Meel patthar di Ivan Ayr,  Yellow Cat del kazako Adilkhan Yerzhanov e La nuit des rois di Philipe Lacôte. Un Fuori concorso, snello ed intrigante: Mandibules dell'eclettico Quentin Dupieux, One night in Miami di Regina King, la nuova pellicola di Ann Hui che riceverà anche il Leone d'Oro alla carriera e Nak-won-eui-bam del sudcoreano Hoon-jung Park. Inoltre non mancheranno La settimana della critica con opere vivaci e sorprendenti e Le giornate degli autori con un programma ridotto, ma con autori di tutto rispetto come Bruce LaBruce e Rodrigo Sepulveda e altri da scoprire. Questa edizione, si presenta come qualcosa di inedito e nuovo, con opere e autori non sempre messi sotto la luce dei riflettori dei media, e per questo ancora più stimolante nel poter riappropriarsi come spettatori del buio della sala, per rivivere un nuovo stupore e forse, chissà, per scoprire autori e film che non avremo mai pensato di vedere in primo piano nel cartellone di questa antica e meravigliosa manifestazione veneziana.

Voto 7 

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