Fa piacere sottolineare
il ritorno delle grandi mostre al Centro
per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato,
che dal 3 febbraio al 29 aprile 2007 ha aperto un interessantissimo focus sulla pluridecennale
attività di Daniel Spoerri.
L’esposizione curata da Stefano Pezzato è la più estesa antologica mai dedicata
all’artista in Italia. Un percorso artistico scaturito di
volta in volta da situazioni fortuite e coincidenze impreviste, ma nel suo
complesso compiuto da Spoerri “non per caso”, con oggettiva coerenza dal
particolare al generale, dall’inizio alla fine.
Fa piacere anche che Marco Bazzini,
il giovane critico e curatore pistoiese, che è stato nominato in questi giorni
alla direzione artistica del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di
Prato, abbia condiviso, con intelligenza e intensità, la cura del catalogo con il curatore della mostra Stefano
Pezzato: il risultato sono 312 pagine ben realizzate, con saggi
dei curatori, un’ampia antologia di testi dell’artista tradotti per la prima
volta in italiano, apparati biografici aggiornati, 180 riproduzioni di opere a
colori e 40 immagini d’archivio in bianco/nero.
Ma torniamo a Spoerri,
che nato nel 1930 a
Galati in Romania, si è trasferito in Svizzera a 12 anni e si è affermato alla
fine degli anni Cinquanta in Francia (approdando all'arte attraverso esperienze
giovanili di danza, teatro e poesia). Daniel Spoerri è ormai un toscano
d’adozione: nel 2005 all'artista gli è stata infatti conferita
la cittadinanza onoraria dal Comune di
Seggiano dove ha istituito la fondazione che porta il suo nome.
Dal
1960, anno in cui è stato tra i co-fondatori del Nouveau
Réalisme, Spoerri ha collocato intere porzioni di
realtà nei Tableaux-pièges (i “quadri-trappola”, creati fissando
su tavole oggetti trovati, avanzi di pasti o rifiuti), nei quali ha fatto
coincidere il reale e la sua immagine, negando ogni valore alla realizzazione artistica individuale. Attraverso la
definizione di Eat Art, ha sviluppato un interesse viscerale per il cibo e
la cucina, legati principalmente all’istinto di sopravvivenza. Dal 1963 in poi ha trasformato
gallerie e spazi museali in ristoranti, partecipato al movimento Fluxus, organizzato banchetti
e composto testi gastronomici, aperto e gestito un Ristorante Spoerri e
una galleria Eat Art a Düsseldorf. Dalla fine degli anni Sessanta ha perlustrato
l’arcano rapporto con gli oggetti, rifacendosi ad una dimensione primitiva,
tribale, o riferendosi a ritualità magiche e culti del mistero, accettando
finalmente il ruolo di creatore negato fino ad allora
a favore di “situazioni prodotte accidentalmente” fissate direttamente nei
“quadri-trappola”.
Ha scandagliato senza censure il tema/tabù della morte e
si è confrontato col limite della conoscenza umana, affascinato dall’anatomia e
dalla chirurgia, sedotto dalla fisiognomica e dalla genetica, nel tentativo di
comprendere il segreto della vita. Ha inoltre commentato il nostro destino di esseri fragili, vulnerabili, generati secondo criteri
puramente opportunistici e modificati nel corso di una rigida evoluzione
selettiva.
L’esposizione pratese presenta 120 opere provenienti da
musei europei come il Mumok
Stiftung Ludwig di Vienna, il Kunstmuseum
di Solothurn, il Museo Morsbroich
di Leverkusen,
da gallerie e collezioni private italiane ed europee.
Le opere sono raggruppate in nove sezioni tematiche
e ripercorrono l’intera carriera dell’artista: dall’evoluzione dei Tableaux-piège
(quadri trappola) e delle “collezioni” di oggetti agli sviluppi della Eat Art;
dai Pièges à mots (“trappole per parole”), Détrompe-l’œil (“disinganna
l’occhio”) e “moltiplicazioni” utilizzate per scardinare le convenzioni visive
e compositive della tradizione artistica, alla realizzazione di Objets de magie à la noix
(“oggetti di magia balorda”), assemblaggi e fusioni in bronzo; dalle Investigazioni
criminali alla realizzazione di un Cabinet anatomique
(“gabinetto anatomico”); dalla composizione di Corps
en morceaux (“corpi a brandelli”), Tavoli da lavoro e
del Carnevale degli animali alla Catena genetica del mercato delle pulci; per
finire con l’ultima serie di opere realizzate dall’artista nel 2004-06 ed
ispirata alle figure aberranti quanto fantastiche degli Idoli di Prillwitz intrappolate nell’intrico dei canali di fusione
del bronzo.
La mostra investiga anche la parte privata, profonda, della ricerca di Spoerri, quella
attraverso cui l’artista rivela se stesso: la memoria della Chambre No 13 dell’Hotêl Carcassonne, in Rue Mouffetard a Parigi (la versione in
bronzo si trova al Giardino di Seggiano); l’incontro con Picasso, Vue cubiste del
la Chambre no.13; il confronto con la morte e il riferimento a Duchamp, Memento
Mori. La fille mère mise à nu par la mort, même; le tracce dell’infanzia, Les poupées;
il demone dell’alcool, Santo Grappa; gli istinti del ventre basso, La mère du
travesti e Bibliothèque de recettes.
Conclude il percorso di visita una sezione
dedicata al Piccolo gabinetto di curiosità degli artisti del Giardino di Daniel
Spoerri, che rimanda alla Fondazione costituita dall’artista a Seggiano (in
provincia di Grosseto, 150 km
a sud di Prato) e visitabile a pagamento da aprile ad ottobre, oppure su
appuntamento.
Alle pendici del Monte Amiata, dagli anni Novanta Spoerri
ha lanciato la propria sfida alla natura, ultimo confine da oltrepassare (Hic Terminus Haeret):
nel giardino che porta
il suo nome ha collocato opere proprie accanto a quelle di
artisti/amici di fama internazionale, tra cui Eva Aeppli,
Arman,
Roberto Barni, Meret Oppenheim, Nam June Paik,
Jesus Rafael Soto, Jean Tinguely,
Roland Topor, Not Vital. In dieci anni sono state installate 90 opere di
oltre 40 artisti lungo 16
ettari di boschi, prati, oliveti e in un borgo di case.
In occasione della mostra saranno
organizzate due giornate di studio sul tema: Fenomenologia dell’oggetto
nell’arte del XX secolo, a cura della Scuola di
Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università di Siena.
Le giornate di studio si terranno il 29
marzo 2007 alla “Fondazione Il Giardino di Daniel Spoerri” di Seggiano
(Grosseto) e il 30 marzo 2007 al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di
Prato.
Per informazioni: Università di Siena
tel. 0577 233635.
Centro per l'arte contemporanea Luigi
Pecci - Viale della Repubblica, 277 – 59100 Prato
Aperto
tutti i giorni, ore 10-19, chiuso martedì
Ingresso:
intero 5 euro, ridotto 4 euro.
Per
informazioni: tel. 0574-5317 / www.centropecci.it
Voto
9