L’eclettico
novecentesco Palazzo Asperia,
ex - sede della Camera di Commercio di Alessandria,
ospita, dopo il recente restauro, la mostra “Sogni. Visioni tra Simbolismo e Liberty”, curata da Vittorio Sgarbi e
organizzata dalla Fondazione Palazzo Bricherasio di Torino. L’esposizione intende
focalizzare l’attenzione, oltre che sul più conosciuto Simbolismo francese di fine Ottocento, su quello italiano nella sua declinazione
Liberty di inizio Novecento attraverso la selezione di circa cento opere tra
tele, sculture, disegni, incisioni e ceramiche.
Sorto come reazione al Naturalismo e all’Impressionismo della fine del
XIX secolo, il Simbolismo aveva la finalità di indagare quelle plaghe della
coscienza umana al confine tra realtà e sogno (nel 1900 viene pubblicato il
saggio L’interpretazione dei sogni di Freud)
fino a quel momento escluse dall’indagine artistica. Alla visione positivistica, propria del Realismo ottocentesco, i
Simbolisti opposero un nuovo linguaggio artistico finalizzato alla
rappresentazione indiretta di stati d’animo e di emozioni
attraverso dei simboli (ovvero “qualcosa che sta al posto di qualcosa d’altro”)
che consentivano di tradurre in immagini analogiche le condizioni più intime
dell’animo umano.
La mostra
si apre con l’evocazione della Sala Internazionale “Arte del Sogno”, allestita
nel 1907 in
occasione della VII Biennale di Venezia, con la presenza di alcuni
artisti italiani quali Galileo Chini,
Edoardo De Albertis, Plinio Nomellini
e Gaetano Previati.
Esempio
della cultura liberty italiana di inizio Novecento è
sicuramente il Fregio con putti e
ghirlande, realizzato da Chini appositamente per la Sala del Sogno, in cui lo
stile neorinascimentale viene abbandonato a favore delle forme morbide, sinuose
e fitomorfe, tipiche dello Stile Floreale o Art Nouveau, rese con colori puri e brillanti. Nella medesima
sala trovano posto altre opere tra le quali Icaro,
tema mitologico con cui si simboleggiano i limiti dell’uomo nella sua
aspirazione a raggiungere l’infinito, e La
Danzatrice siamese,
risalente al periodo in cui l’artista trascorse alcuni anni in Siam impegnato a
decorare la Sala
del trono del re. L’unità
della arti maggiori e minori, uno dei principi
fondamentali del Liberty e
che rese possibile la nascita del moderno industrial design, si riscontra,
oltre che in Chini, in Edoardo De Albertis, raffinato
decoratore, che progettò i motivi decorativi plastici della Sala del Sogno del
1907 e che in mostra è presente con due eleganti portafiori con rilievi delle
Stagioni.
Dalle
opere di Plinio Nomellini, quali Ninfa rossa, Colonna di Fumo, L’alba, La notte, Ditirambo, La nave corsara, ecc…,
emerge una componente tematica allegorico – fantastica unita alla tecnica
pittorica divisionista caratterizzata, nel caso specifico, da pennellate lunghe
e filamentose dalle quali scaturiscono ipnotici controluce. Altro
rappresentante del Divisionismo è Gaetano Previati
che, dopo un esordio legato al Romanticismo e all’iconografia classica, si
orientò verso temi mistico – simbolici come documentano
alcuni lavori in mostra come Il carro del
sole, La notte, Il giorno sveglia la notte, Viaggio nell’azzurro e Il sogno.
Uno
dei maggiori interpreti del rinnovamento del linguaggio plastico fu sicuramente
il casalese
Leonardo Bistolfi (1859 – 1933), considerato uno dei
maestri fondamentali della scultura liberty italiana tra Otto e Novecento, colui che apportò alla produzione artistica una ventata di
internazionalità e che divenne l’interprete più diretto dei nuovi ideali altoborghesi attraverso la statuaria cimiteriale. Il
linguaggio bistolfiano
flessuoso ma, nel contempo poderoso e saldo, è
esemplificato in mostra con il bozzetto per il Monumento a Camillo Cavour (1911 – ’13), con la lastra tombale in
gesso del poeta Andrei e con i due piccoli bronzi Gli amanti e Testa dell’Alpe.
Simbolista
fu anche, all’inizio della sua carriera, il futurista Umberto Boccioni che in
mostra è rappresentato da Il sogno e da una serie di studi sulla genesi dell’opera: Studio per il sogno, Gli amanti, I
fidanzati, Beata Solitudo, …Tra gli artisti
considerati veri maestri della modernità e, per tale motivo, non “mandati al
rogo” dagli “incendiari” Futuristi, oltre a Previati
e a Pellizza da Volpedo, ci
fu lo scultore torinese Medardo Rosso che portò l’arte plastica ad una visione
bidimensionale ed orientata da precisi punti di vista, elevando, inoltre, la
cera, sostanza duttile e potenzialmente mutevole in base alle condizioni
ambientali, a materiale della scultura finita come esemplifica il celebre Ecce puer del
1906.
Un
confronto tra esperienze simboliste di aree culturali
diverse è reso possibile dalle opere di Franz von
Stuck e di Max Klinger con quelle pre
– metafisiche di Giorgio de Chirico,
quali Salita al convento e Centauro Morente, che sembrano echeggiare
i due maestri dell’area mitteleuropea.
Un’autonoma
rielaborazione dello stile liberty e di quello
secessionista in chiave klimtiana si riscontra nella Preghiera (1914) di Felice Casorati, eccezionale lavoro che appare coniugare
l’attività di pittore con quella di mosaicista bizantino.
La
produzione simbolista francese, che conclude la
mostra, è documentata dalle serigrafie LesOrigines di Odilon Redon il quale, facendo coincidere natura e sogno, coglie
gli aspetti più sfuggenti, anormali e “oppiacei” della realtà. Del teorico
della Scuola di Pont - Aven
e vicino a Gauguin,
Emile Bernard,
è esposta l’opera Les Bretonnes au goemon, dove cinque
indistinte
figure
femminili con lo sguardo rivolto verso il mare acquistano una straordinaria
carica plastica. In Madame Sérusier è l’ombrelle di
Paul Sérusier
emerge chiaramente un linguaggio legato al mondo giapponese e caratterizzato
dalla stesura di campiture di colore larghe e piatte che già
contraddistinguevano le opere di Paul Gauguin, riferimento fondamentale per numerosi artisti
europei che, verso la fine dell’Ottocento, erano alla ricerca di un mondo puro
ed incontaminato.
Info: “Sogni. Visioni
tra Simbolismo e Liberty”, mostra a cura di Vittorio Sgarbi e organizzata dalla
Fondazione Palazzo Bricherasio di Torino. Palazzo Asperia, via San Lorenzo n. 21 –
Alessandria – Info 848/ 886622 Orario: lunedì
chiuso; martedì e mercoledì 15, 00 – 19,00; da giovedì a domenica 10,00 – 19,00; sabato 10,00
– 22,00. Ingresso:
intero € 7,00; ridotto € 5,00; scuole di altre
province € 3,50. Dal 19
novembre 2005 al 26 febbraio 2006.
Voto
8