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  25/04/2024 - 06:54

 

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Sogni
Visioni tra Simbolismo e Liberty
A cura di Vittorio Sgarbi
Alessandria, Palazzo Asperia Fino al 26 febbraio 2006

 




                     di Loredana Carena


L’eclettico novecentesco Palazzo Asperia, ex - sede della Camera di Commercio di Alessandria, ospita, dopo il recente restauro, la mostra “Sogni. Visioni tra Simbolismo e Liberty”, curata da Vittorio Sgarbi e organizzata dalla Fondazione Palazzo Bricherasio di Torino. L’esposizione intende focalizzare l’attenzione, oltre che sul più conosciuto Simbolismo francese di fine Ottocento, su quello italiano nella sua declinazione Liberty di inizio Novecento attraverso la selezione di circa cento opere tra tele, sculture, disegni, incisioni e ceramiche.

Sorto come reazione al Naturalismo e all’Impressionismo della fine del XIX secolo, il Simbolismo aveva la finalità di indagare quelle plaghe della coscienza umana al confine tra realtà e sogno (nel 1900 viene pubblicato il saggio L’interpretazione dei sogni di Freud) fino a quel momento escluse dall’indagine artistica. Alla visione positivistica, propria del Realismo ottocentesco, i Simbolisti opposero un nuovo linguaggio artistico finalizzato alla rappresentazione indiretta di stati d’animo e di emozioni attraverso dei simboli (ovvero “qualcosa che sta al posto di qualcosa d’altro”) che consentivano di tradurre in immagini analogiche le condizioni più intime dell’animo umano.

La mostra si apre con l’evocazione della Sala Internazionale “Arte del Sogno”, allestita nel 1907 in occasione della VII Biennale di Venezia, con la presenza di alcuni artisti italiani quali Galileo Chini, Edoardo De Albertis, Plinio Nomellini e Gaetano Previati.

Esempio della cultura liberty italiana di inizio Novecento è sicuramente il Fregio con putti e ghirlande, realizzato da Chini appositamente per la Sala del Sogno, in cui lo stile neorinascimentale viene abbandonato a favore delle forme morbide, sinuose e fitomorfe, tipiche dello Stile Floreale o Art Nouveau, rese con colori puri e brillanti. Nella medesima sala trovano posto altre opere tra le quali Icaro, tema mitologico con cui si simboleggiano i limiti dell’uomo nella sua aspirazione a raggiungere l’infinito, e La Danzatrice siamese, risalente al periodo in cui l’artista trascorse alcuni anni in Siam impegnato a decorare la Sala del trono del re. L’unità della arti maggiori e minori, uno dei principi fondamentali del Liberty e che rese possibile la nascita del moderno industrial design, si riscontra, oltre che in Chini, in Edoardo De Albertis, raffinato decoratore, che progettò i motivi decorativi plastici della Sala del Sogno del 1907 e che in mostra è presente con due eleganti portafiori con rilievi delle Stagioni.

Dalle opere di Plinio Nomellini, quali Ninfa rossa, Colonna di Fumo, L’alba, La notte, Ditirambo, La nave corsara, ecc…, emerge una componente tematica allegorico – fantastica unita alla tecnica pittorica divisionista caratterizzata, nel caso specifico, da pennellate lunghe e filamentose dalle quali scaturiscono ipnotici controluce. Altro rappresentante del Divisionismo è Gaetano Previati che, dopo un esordio legato al Romanticismo e all’iconografia classica, si orientò verso temi mistico – simbolici come documentano alcuni lavori in mostra come Il carro del sole, La notte, Il giorno sveglia la notte, Viaggio nell’azzurro e Il sogno.

Uno dei maggiori interpreti del rinnovamento del linguaggio plastico fu sicuramente il casalese Leonardo Bistolfi (1859 – 1933), considerato uno dei maestri fondamentali della scultura liberty italiana tra Otto e Novecento, colui che apportò alla produzione artistica una ventata di internazionalità e che divenne l’interprete più diretto dei nuovi ideali altoborghesi attraverso la statuaria cimiteriale. Il linguaggio bistolfiano flessuoso ma, nel contempo poderoso e saldo, è esemplificato in mostra con il bozzetto per il Monumento a Camillo Cavour (1911 – ’13), con la lastra tombale in gesso del poeta Andrei e con i due piccoli bronzi Gli amanti e Testa dell’Alpe.

Simbolista fu anche, all’inizio della sua carriera, il futurista Umberto Boccioni che in mostra è rappresentato da Il sogno e da una serie di studi sulla genesi dell’opera: Studio per il sogno, Gli amanti, I fidanzati, Beata Solitudo, …Tra gli artisti considerati veri maestri della modernità e, per tale motivo, non “mandati al rogo” dagli “incendiari” Futuristi, oltre a Previati e a Pellizza da Volpedo, ci fu lo scultore torinese Medardo Rosso che portò l’arte plastica ad una visione bidimensionale ed orientata da precisi punti di vista, elevando, inoltre, la cera, sostanza duttile e potenzialmente mutevole in base alle condizioni ambientali, a materiale della scultura finita come esemplifica il celebre Ecce puer del 1906.

Un confronto tra esperienze simboliste di aree culturali diverse è reso possibile dalle opere di Franz von Stuck e di Max Klinger con quelle pre – metafisiche di Giorgio de Chirico, quali Salita al convento e Centauro Morente, che sembrano echeggiare i due maestri dell’area mitteleuropea.

Un’autonoma rielaborazione dello stile liberty e di quello secessionista in chiave klimtiana si riscontra nella Preghiera (1914) di Felice Casorati, eccezionale lavoro che appare coniugare l’attività di pittore con quella di mosaicista bizantino.

La produzione simbolista francese, che conclude la mostra, è documentata dalle serigrafie LesOrigines di Odilon Redon il quale, facendo coincidere natura e sogno, coglie gli aspetti più sfuggenti, anormali e “oppiacei” della realtà. Del teorico della Scuola di Pont - Aven e vicino a Gauguin, Emile Bernard, è esposta l’opera Les Bretonnes au goemon, dove cinque indistinte

figure femminili con lo sguardo rivolto verso il mare acquistano una straordinaria carica plastica. In Madame Sérusier è l’ombrelle di Paul Sérusier emerge chiaramente un linguaggio legato al mondo giapponese e caratterizzato dalla stesura di campiture di colore larghe e piatte che già contraddistinguevano le opere di Paul Gauguin, riferimento fondamentale per numerosi artisti europei che, verso la fine dell’Ottocento, erano alla ricerca di un mondo puro ed incontaminato.

Info: “Sogni. Visioni tra Simbolismo e Liberty”, mostra a cura di Vittorio Sgarbi e organizzata dalla Fondazione Palazzo Bricherasio di Torino. Palazzo Asperia, via San Lorenzo n. 21 – Alessandria – Info 848/ 886622 Orario: lunedì chiuso; martedì e mercoledì 15, 00 – 19,00; da giovedì a domenica 10,00 – 19,00; sabato 10,00 – 22,00. Ingresso: intero € 7,00; ridotto € 5,00; scuole di altre province € 3,50. Dal 19 novembre 2005 al 26 febbraio 2006.

Voto 8 

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