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  25/04/2024 - 20:11

 

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Medardo Rosso
Le origini della scultura moderna
Arte a due dimensioni
Torino, GAM, sino al 28 novembre 2004

 




                     di Loredana Carena


Ospitata dal 28 maggio al 22 agosto 2004 al MART di Rovereto, la tanto attesa retrospettiva dedicata a Medardo Rosso è finalmente giunta alla GAM di Torino, dove resterà aperta sino al 28 novembre. Un evento artistico eccezionale dato che non si dedicava una mostra allo scultore torinese da ormai venticinque anni ed anche perché, proprio a lui, si deve una profonda e rivoluzionaria trasformazione nel modo di fare e di vedere la scultura. Nato a Torino nel 1858, Rosso si trasferisce con la famiglia a Milano nel 1870, città dove frequenta i corsi di nudo e di scultura presso da cui si fa espellere nel 1883, dopo solo un anno di frequenza, per avere contestato i metodi didattici basati sul copiare solo dei modelli in gesso senza la possibilità di eseguire modelli dal vero. Il futuro animo “scapigliato” del giovane Medardo non si fa quindi attendere molto e, in linea con il diffondersi della letteratura verista e dei modi formali della Scapigliatura milanese, esegue, tra il 1882 e il 1883, le sue prime sculture dai titoli estremamente emblematici e, in alcuni casi, vernacolar El loch, Il birichino, Gli innamorati sotto il lampione Il cantante a spasso.

Nel 1889 Medardo Rosso, dopo avere partecipato ad alcune esposizioni pubbliche ufficiali a Roma e a Venezia, si trasferisce definitivamente a Parigi, dove viene introdotto, grazie all’amico e sostenitore finanziario lo scrittore verista Felice Cameroni, in quel mondo artistico e letterario “d’élite” formato da personaggi del calibro di Paul Alexis, Edmond de Goncourt, Auguste Rodin, Henri Rourt ed Emile Zola.

Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento Medardo esegue una serie di sculture ispirate a momenti di vita contemporanea, continuando, così, le precedenti ricerche sulla percezione del reale che vengono concretizzate in opere quali Bookmaker, Impression de boulevard, Conversazione in giardino e Madame X. Risalgono agli anni Dieci del Novecento i suoi contatti con alcuni esponenti del Futurismo, in particolare con Umberto Boccioni che, nel “Manifesto tecnico della scultura futurista”, lo definisce “il solo grande scultore moderno”. Negli anni successivi Rosso continua ad essere al centro della interminabile diatriba fatta di successivi “botta e risposta” tra i vociani fiorentini ed i futuristi milanesi, orientati ad individuare nelle opere dello scultore rispettivamente o la sua italianità, come retaggio dell’arte classica, o l’impressionismo, come prologo all’avanguardia futurista. Con lo scoppio del primo conflitto mondiale Rosso vive tra Parigi e Milano, città dove muore nel 1928 ferendosi accidentalmente ad un piede con una lastra fotografica.

La mostra alla GAM di Torino, curata da Luciano Caramel con la direzione progettuale di Gabriella Belli e di Piergiorgio Castagnoli, ripercorre cronologicamente le tappe fondamentali della vasta produzione artistica di Medardo Rosso: dalla prima opera El loch del 1881 – ’82 all’ultima opera l’Ecce puer del 1906 che apre la questione di un probabile avvicinamento dello scultore al Simbolismo. Con oltre sessanta sculture, una ventina di fotografie ed una decina di lavori grafici la cui provenienza vanta una scala internazionale dal Victoria and Albert Museum di Londra all’Arts di Minneapolis, per un totale di ventisei musei prestatori, è possibile rileggere ed interpretare la figura di Medardo alla luce di nuovi studi e ricerche, che travalicano, ormai, quella limitata definizione di Rosso come scultore impressionista. L’innovazione di Medardo è stata quella di considerare l’opera scultorea non come un oggetto a sé stante nello spazio in cui è collocato, ma come un “corpo” che si fonde con l’atmosfera e con l’ambiente circostante. Per tale motivo Rosso predilige come materiale dell’opera finita la cera, la quale gli consente di dare una sensazione visiva e tattile della fusione della materia sotto il peso impalpabile dell’aria e della luce. Le sculture rossiane si trasformano, quindi, in opere da fruire non a 360°, ma soltanto da punti di vista preferenziali arrivando, in alcuni casi, ad essere delle vere e proprie anamorfosi come il pressoché inedito Uomo che legge del 1894. Per questo nuovo modo di concepire e di realizzare una sculture “a non più girarci intorno”, Medardo si può considerare come il vero iniziatore della scultura moderna.

Anche la fotografia riveste per l’artista torinese un ruolo importante, in quanto gli consente di cercare e di trovare l’effetto pittorico già indagato nella scultura ed anche di fissare, in un solo istante, l’impressione ottica da cui scaturisce l’idea – emozione – intuizione delle sue sculture (Bambina che ride). La fotografia è, quindi, un mezzo complementare alla scultura e non uno strumento tecnico ad essa sostitutivo. La continua ricerca di Rosso per arrivare a realizzare una scultura viva, ovvero una “scultura di luce”, è evidente nella così detta serie di “opere di paragone”: copie dall’antico o da capolavori rinascimentali come, ad esempio, la Testa dell’imperatore Vitellio realizzata sia in una versione in bronzo sia in una versione dipinta d’oro. Infine il rapporto tra Rosso e gli artisti a lui coevi è evidenziato in una sezione della mostra in cui sono presenti alcune sculture di Henry Matisse, appartenenti alla poco conosciuta serie di Jeanette; di Picasso; di Brancusi; di Grandi e di Rodin. Tutte opere che, in un rapporto di confronto, evidenziano il ruolo fondamentale svolto da Rosso che “non solo dischiuse un nuovo orizzonte alla scultura – come scrisse Enrico Prampolini nel 1931 recensendo la Quadriennale romana in cui si presentava una retrospettiva dedicata allo scultore – ma spezzò l’incanto della plastica tradizionale e le sue leggi […] per avventurarsi nei regni inesplorati della luce e dello spazio, dell’atmosfera e dell’ambiente”.

Info: “Medardo Rosso. Le origini della scultura moderna”. Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, via Magenta n. 31 – Torino – Orario: tutti i giorni 9 – 19, giovedì 9 – 23, lunedì chiuso. Ingresso: 5,50 € intero; 3 € ridotto. Informazioni: tel. 011/ 4429518.

Curatore: Luciano Caramel. Direzione scientifica: Gabriella Belli, Piergiovanni Castagnoli. >Contributi critici: Carlo Bertelli, Luciano Caramel, Giovanni Lista. Mostra prodotta da: MART di Rovereto e GAM di Torino con la collaborazione della Galleria d’Arte Moderna di Milano. Dal 10 settembre al 28 novembre 2004.

Voto 9 

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