Prendiamo la situazione paradossale che Uomini e donne ha per così lungo tempo proposto al disattento pubblico pomeridiano post soap-operistico: abbiamo un lui, giovane e bello (oppure in là con gli anni, ma vistosamente ricco) e una lei, sexy e spregiudicata, che viene in tv alla ricerca dell'anima gemella, oppure di qualcuno con cui condividere qualche minuto di celebrità. Bastano pochi minuti di visione del programma per rendersi conto che questa ricerca viene compiuta scegliendo tra un gruppo più o meno numeroso di "corteggiatori" ( o corteggiatrici ), cavalieri e dame di altri tempi, che pur di essere intrappolati tra i quattro angoli della scatola televisiva, sono disposti a mettersi in gioco in rituali di corteggiamento raccapriccianti, ai limiti della follia e degli umani parametri di gusto e decenza.
Ebbene, tenendo presente gli squallidi risultati nostrani, sintonizziamoci invece su Mtv ogni Mercoledì alle ore 22.00 e la Domenica alle ore 19.00 e godiamoci lo spettacolo: un ragazzo (o una ragazza) incontra i suoi due corteggiatori che per tutta la serata faranno a gara pur di ritagliarsi un triangolino dell'attenzione del bello ( o della bella ) di turno: ognuno dei due condurrà il gioco, proponendo cose da fare e luoghi da vedere pur di far colpo sull'oggetto del desiderio. Tutto avviene in tre, in una lotta senza esclusione di colpi tra i due "sfidanti". Ma udite, udite, colpo di scena: è consentito in qualsiasi momento mostrare un cartellino rosso all'elemento del triangolo che si ritiene di troppo e per qualche minuto provare il tutto per tutto con il "corteggiato".
Una telecamera attenta spia le mosse dei tre eroi e raccoglie, lontano da orecchi indiscreti, come nel confessionale del più noto tra i reality show, i commenti a caldo, le inquietudini, i sentimenti contrastanti e le insicurezze dei partecipanti al gioco. E sì, perché si tratta di una vera e propria competizione, e come tale, merita in chiusura di eleggere il suo vincitore. Il "corteggiato" infatti alla fine della simpatica serata fa un velocissimo bilancio delle sue impressioni sui suoi due pretendenti e poi fa la sua scelta, etichettando come "dismissed" ( scaricato, diremmo noi ) il perdente dei due, al quale viene chiesto di andar via.
In un tempo di dominio incontrastato dei sentimenti sul piccolo schermo, DISMISSED, produzione americana che in Italia giunge in lingua originale ma sottotitolata, risulta essere il tempio del costruito e dell'innaturale, eppure, paradossalmente, la visione compiace il suo spettatore, che cerca e trova puro ed illogico divertissement.
Voto
6