Daniel Clowes, Ice Haven, 2007
Daniel Clowes, Ghost World, 2008
Daniel Clowes, Come un guanto di velluto forgiato nel ferro, 2009
Daniel clowes è una delle voci più
originali del panorama fumettistico mondiale. Il suo stile di derivazione pop,
che omaggia indirettamente gli anni cinquanta, con
questi personaggi dalle linee tonde o marcate, sembrano risalire al tratto
originale di Will Eisner,
come nella vera tradizione del graphic
novel americano, senza rinunciare ad una sottile
vena acida, creando un’atmosfera sospesa che sembra di ghignante perfidia, come
la vita è in certi casi. Capolavori come David
Boring, o penetranti sguardi sul mondo
adolescenziale in Ghost World, presentano un’ umanità
allo sbando, chiusa delle piccole debolezze o alle prese con le complessità
ideali dei sentimenti, in un connubio di forte carattere visivo
nell’intrecciare storie surreali. Ice Haven
nel riproporre i classici americani come struttura narrativa, Clowes ci descrive la storia di una città attraverso le
vicende di alcuni abitanti: 29 storie di brulicante
creatività.
Si
parte dalla perfida parodia dei Peanuts e dei Flinstones alla
vita triste della diciassettenne Violet e del suo
amore infelice, alla rivalità tra Random Wilder, il narratore ufficiale della storia, e
Mrs.Wentz, entrambi aspiranti poeti ufficiali di Ice Haven. Sullo sfondo, la
misteriosa scomparsa del piccolo David Goldberg.
L’essenza dei personaggi vengono relegate in poche
tavole disegnate, costruendo un filo d’arianna che
regola le diverse voci di questo avvincente fumetto, in un richiamo forte alla
vita nei suoi sommovimenti remoti: nello svelare le piccole cose che accadono
nelle grandi vite di questi personaggi, come noi lettori di queste pagine.
Presentato con una sovraccoperta disegnata in maniera
originale, ci da l’idea che l’opera di Daniel Clowes è di una grandezza artistica ancora tutta da
scoprire.
Voto
8