Old Boy – volume 1
Old Boy – volume 2
Old Boy – volume 3
Old Boy – volume 4
Old Boy – volume 5 e 6
Old Boy – volume 7
Old Boy – volume 8
Il cinema coreano è cool! Si può
dire oramai questo per una cinematografia che cinque anni fa sembrava
rappresentante di un paese a noi lontano e ostile per usi e costumi. Succede,
come nelle migliori tradizioni, che alcuni autori di cinema si
impongano in altrettanti festival, diventando oggetto di culto da parte
di fans e appassionati, portando sotto i riflettori
la storia, la cultura, i sapori di una nazione da noi rimossa nella mente: la Sud
Corea. Non che non esista la Nord Corea, ma nascosta
nella coltre di un regime dittatoriale, non passa altro se non propaganda,
mentre oggi solo la Sud Corea svetta per sviluppo economico ed espressione culturale.
In tutto ciò, il regista di spicco Park Chan-wook realizza nel 2004 Old Boy aggiudicandosi
il Gran Premio della giuria al Festival di Cannes dello stesso anno,
portando alla ribalta il manga da cui è stato tratto il soggetto della
pellicola. Come ha dichiarato il regista in diverse occasioni, l’opera filmica
differisce dal fumetto in diversi punti, per esigenze interne ad un percorso
personale d’autore ben delineato dalla critica specializzata, e quello che
rimane e scoprirne una lettura speculare per la struttura ma probabilmente
divergente come sviluppo narrativo e caratteriale dei personaggi. Il lavoro di Tsuchiya Garon e Minegishi Nobuaki nel primo
volume della raccolta, ci avvicina al personaggio di questo uomo di 35 anni imprigionato
in un piano nascosto in un palazzo e che un giorno viene lasciato libero con
pochi spiccioli in tasca, non comprendendo il motivo di un sequestro lungo
dieci anni. In questa prima fase, Yamashita (
pseudonimo ), respira la libertà acquisita e per caso conoscerà una ragazza che
lo ospiterà nella sua casa, concedendosi a lui per uscire dalla gabbia di una
sessualità repressa in una verginità costrittiva, instaurando un rapporto
affettivo scomparso da tempo. La consapevolezza della vendetta consuma i giorni
di Yamashita, costretto a trovare un lavoro di
copertura e prepararsi al riscatto, dopo che ha scoperto una microspia nella
schiena. Nell’ombra si muove il responsabile, un uomo d’affari ossessionato da Yamashita, e dalla sua “aurea”, chiuso in una cieca
osservanza che nasconde un movente spietato. Il primo volume
ha un tratto leggero e calibrato nel caratterizzare i personaggi in maniera
efficace, nella migliore tradizione del disegno giapponese in un bianco e nero
sfavillante. Alla fine del manga, preziosi sono gli
interventi di Piero Di Domenico e Giona A. Nazzaro sull’opera di Park Chan-wook e in particolare sul film in questione. A questo
punto non possiamo farci scappare i prossimi numeri. Continua…
Voto
7