Arriva in Italia uno dei romanzi a fumetti che si iscrivono nel movimento Nouvelle Manga, creata
dallo stesso autore, Frédéric Boilet nel 2001, in cui più che
confermare le istanze di un movimento, vuole dare sfogo al libero arbitrio di
certi autori che, allontanandosi dalla metrica del genere, creano un fumetto
che trae ispirazione e vitalità da diverse fonti, ma che alla fine attinge
nella vita quotidiana di ognuno di loro.
Lo scopo dei Nouvelle Manga e dare visibilità
commerciale a diversi autori che lavorano in tutto il mondo con un respiro
internazionale, lontani dalla estetica canonica del paese di provenienza, come dalle linee editoriali consuete, proponendo opere di
qualità di autori affermati come l’acclamato Jiro Taniguchi, in Giappone, che di quelli poco conosciuti
come Vanyda
in Francia. Lo spinacio di Yukiko, è un percorso
dentro la matrice reale dell’autore che si mette in gioco come protagonista
delle sue stesse ossessioni sessuali e amorose, in uno scenario che ha il
sapore cinematografico in divenire, oscillante tra innovazione grafica e
visiva. Il tutto a inizio a Tokyo, dove
sboccia un amore tra una normale ragazza giapponese, Yukiko
e un occidentale ( lo stesso autore ). Agli occhi del disegnatore, questa
relazione con Yukiko Hashimoto,
diventa l’occasione per esaltarne la sua bellezza, in un omaggio
forsennatamente kitsch. Un romanzo a fumetti, fatto di istantanee
di vita, ma che lascia una certa perplessità per questa s’oggettivazione in
chiave minimalista, che soffoca in un sperimentalismo che non svincola mai il
racconto dalle secche di un autocompiacimento fine a se stesso. Certamente, il
percorso artistico di Boilet, che mescola fotografia
e video è sicuramente interessante, ma il suo approccio alle storie intessute di autobiografia, rischiano di chiuderlo in una ricerca
estetica che si preclude altre strade, ma spero che questa mia idea venga smentita
dalle opere successive.
Voto
6