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Giovanni Sartori
Homo videns
Bari, Laterza, 2000; pp. 166
Dall'Homo sapiens all'Homo videns

 




                     di Chiara Tiezzi


Siamo in piena mutazione genetica. Video - viviamo. Concepiamo ed alleviamo video - bambini.

Quella che sembrerebbe una voce fuori campo che ci introduce alla visione di un nuovo film di fantascienza è invece realtà, quotidianità. E' il mondo come ci viene dipinto da Giovanni Sartori, uno dei più grandi protagonisti del dibattito culturale italiano.

Il professore, che ha insegnato all'Università di Firenze ed alla Columbia University di New York, analizza in "Homo videns", con grande e giustificata preoccupazione, la trasformazione dell' Homo sapiens, nato con la diffusione della stampa, in, appunto, Homo videns.

Nella nostra società regna infatti sovrano il primato dell'immagine: il visibile prevale sull'intelligibile; la capacità di astrarre, di capire e dunque di distinguere tra vero e falso è oramai atrofizzata. Questa agghiacciante realtà ha un unico ed apparentemente insospettabile artefice: la televisione.

E' lei che distrugge più sapere di quanto ne produca. E' lei che annienta la capacità simbolica dell'uomo - quel processo, cioè, grazie al quale l'essere umano comunica articolando suoni e segni "significanti"- e lo riavvicina così all'animale.

La nascita della televisione è stata acclamata come una nuova grande scoperta. Questo, per Sartori, non è progresso, ma semplicemente il suo contrario. "Sapere per immagini", - ci dice -, non è democratico, come tanti sostengono: "sapere per immagini" non diffonde cultura, ne erode le premesse. La televisione omogeneizza gli usi e le mode, ma allo stesso tempo, ci rinchiude in piccoli villaggi in conflitto tra loro. La quantità schiaccia sempre più la qualità. E se per un attimo ci illudiamo di essere liberi cittadini che vivono in un libero mercato, ci siamo forse dimenticati che i clienti della TV non siamo noi, ma le aziende che comprano gli spazi pubblicitari.

Che la televisione informi, non vi sono dubbi. Ma informazione non è conoscenza. La TV, più precisamente, sotto-informa perché riduce tutto alla sintesi più estrema, e disinforma, perché provoca la distorsione dell'informazione.

Eppure la prima scuola dei nostri figli, è proprio lei: eccoci allora di fronte a video - bambini che non leggono, che si esprimono con un "linguaggio - brodaglia", che vivono in una "melassa mentale" e saranno per sempre predisposti al gioco. La prospettiva per il futuro è ancora peggiore: il bambino multimedializzato di domani avrà un <IO> disintegrato, disfatto in personalità multiple e quindi nevrotico. I genitori dovrebbero correre ai ripari ma, purtroppo, non costituiscono più una struttura di autorità: sono anch'essi ex video - bambini.

Continuiamo a parlare di televisione, ma la televisione è già obsoleta. Il newmedia per eccellenza è oramai Internet. Fonte inesauribile di conoscenza non sostituirà mai, comunque, il libro. I veri studiosi, - ci suggerisce Giovanni Sartori -, accederanno alla rete solamente per avere alcune integrazioni ai loro studi; i giovani, invece, se ne serviranno solo per giocare: non avendo la capacità astraente che è stata tolta loro dalla televisione, non ne sapranno fare uso diverso.

Che futuro ci riserverà, allora, questa tecnologia che ha sottomesso il suo inventore? Vivremo in una <solitudine elettronica>, in una <tecnopoli digitale> gestita da tecno - cervelli superdotati che daranno vita ad una tecnocrazia totalitaria. L'unica salvezza dal <post - pensiero> è la difesa delle letture e di tutta la cultura scritta. Se la natura umana è stravolta da televisione ed Internet, è fuori dubbio che un saggio di cotanta intelligenza ed acutezza, sia la nostra prima ancora di salvataggio…..

Giovanni Sartori, Homo videns, Bari, Laterza, 2000; pp. 166

Voto 8 

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