Quando si pensa alla Germania, viene in mente un paese freddo
e inospitale, nella sua mentalità rigida, ma se si guarda in profondità nelle
radici culturali di questa nazione, si rimane sorpresi dagli autori eclettici e
artisti che la storia ha consacrato.
Per
quanto riguarda la settima arte, un nome spicca in misura ideale: Werner Herzog, per la sua
attitudine cosmopolita e con quella forza espressiva, senza vincoli,
proveniente da un passato glorioso e senza compressi come gli anni sessanta.
Il
regista tedesco è un viaggiatore instancabile, tra paesi sconosciuti, posti
incastonati in una bellezza selvaggia ma ipnotica, come
elementi non solo presi dal documentare la realtà, ma riflessi anche nel
suo cinema, con storie espresse nel comprendere l’anino umano nelle
inestricabili mosse del suo pensiero quotidiano. Il viaggiare è sprofondare nei
sogni, fluttuare nelle fantasie per comporre storie
incredibili, queste solo le parole dell’autore di Fitzcarraldo nel creare il
suo mondo immaginifico. In occasione di un imperdibile evento, svoltosi
dal dal 15 gennaio al 13 febbraio 2008 a Torino, in occasione
di Segni di vita – Werner Herzog e il cinema, organizzato dal Museo Nazionale
del Cinema, in omaggio a uno dei registi più interessanti ed estremi del
nostro tempo, che proprio nel 2007
ha festeggiato i suoi quarantacinque anni di attività,
viene pubblicato questo prezioso volume.
Il
libro indaga, attraverso una lunga intervista i temi salienti nel cinema di Werner Herzog,
analizzando i singoli film ma anche seguendo le linee guida che collegano tra
loro le varie opere del regista tedesco. Questa conversazione inedita è stata
realizzata dopo le riprese del suo ultimo documentario Encounters
at the End of the World, e si attraversa argomenti come la natura, il
viaggio e il paesaggio, ma anche concetti di messa in scena, come il realismo,
l’utilizzo della musica,
il linguaggio espressivo della macchina da presa.
Lo
spirito sorprendente che ne risulta da questo
ritratto, rivela un Herzog come grande incantatore delle imprese umane, in un
universo naturale di intrinseca bellezza, ma sfuggente alle logiche del
pensiero moderno e calcolatore dell’uomo. Il suo sguardo si spinge verso
l’esplorazione visionaria di volti e luoghi, che sprigionano una verità spesso
fatale, ma viva e pulsante, riconducibile a una obiettività
sincera. A conclusione di questo splendido
libro, 150 magnifiche immagini e una filmografia completa.
Voto
9