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  26/04/2024 - 21:38

 

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Alessandro D'Eva
Udine Tahiti Pechino Cinecittà
Ricordi di un direttore della fotografia raccolti da Lorenzo Codelli
Il punto di vista di un grande tecnico della luce. La Cineteca del Friuli, pp.132, € 12,50

 




                     di Matteo Merli


La cosa che incuriosisce di più di questo piccolo saggio che ha il sapore del cinema di una volta, è la trasparenza di Alessandro D'Eva, il noto direttore della fotografia proveniente da Udine, che mette in scena le sue nude emozioni e la passione per un mestiere secondario o spesso sconosciuto dietro la macchina da presa. D'Eva è uno dei più affermatici tecnici della luce negli anni della rinascita postbellica dopo il 45', divenuto famoso grazie anche al riconoscimento di due nastri d'argento per l'ottimo lavoro eseguito nelle pellicole Muraglia Cinese di Carlo Lizzani, e Odissea Nuda Franco Rossi, ma ha collaborato anche con registi del calibro quali: Ettore Scola, Florestano Vancini, Dino Risi, Damiano Damiani. Un periodo sicuramente fulgido per il nostro cinema, capace di creare una scuola di tecnici d'alto livello che saranno contesi anche dalle produzioni estere. In questo bel volume si ripercorrono le prime tappe della carriera di Sandrone ( come viene scherzosamente chiamato dall'amico Dino Risi ) sui set, per spostare l'attenzione sulla sua giovinezza a Udine, dove si mette in risalto questa sua grande passione, fino a rispecchiarsi nell'adorazione per la moglie Pina, che ha creato a quei tempi il famoso ristorante Fogher a Roma dedicato alla cucina friulana. D'Eva è stato anche un innovatore d'alcuni dispositivi per garantire una migliore resa della pellicola, e d'altri accorgimenti tecnici che hanno reso il suo nome famoso nel mondo del cinema italiano. Dopo aver girato in diversi paesi e con altrettanti registi, D'Eva insegna alla Scuola Nazionale di Cinema, ma il suo vero sogno è ritornare a Udine e mettere in piedi una scuola di cinema per pochi allievi, dove s'insegni i diversi mestieri della settima arte. Un libro che testimonia un passato cinematografico lontano che purtroppo non è stato da ponte per le pellicole d'oggi, che testimonia l'alta professionalità di un direttore della fotografia che ha amato questo lavoro, e che è sicuramente una fonte inesauribile di sapere per le future generazioni che vorranno cimentarsi con questo mestiere poco riconosciuto.

Voto 7 

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