Strano vedere sugli scaffali delle librerie un libro che parli della storia del cinema irlandese, perché non te lo saresti mai aspettato, e poi ti chiedi, come mai l'Irlanda? Infatti molti hanno un'idea vaga di questo cinema, sia perché viene assimilato in quello inglese, sia perché conosciamo questa terra verde per i suoi forti contrasti sociali portati sullo schermo da altre cinematografie ( vedi quella americana ) . Ma si può parlare di cento anni di cinema, quando si pensa all'Irlanda, che ha avuto un periodo muto importante, e che negli anni anche contro ai diversi problemi economici e conflittuali con l'Inghilterra, può vantare una cinematografia vitale e promettente. Nelle verdi vallati di questa isola, ha visto in passato il ritorno del vecchio John Ford, che in omaggio alla sua terra d'origine diresse L'uomo tranquillo un film sulle sue radici, che in qualche modo ha rappresentato il simbolo di una rinascita del cinema che avrà nel 1977 il culmine con l'ondata di nuovi registi come: Joe Comerford, Cathal Black, Kieran Hickey, Pat Murphy e Thaddeus O'Sullivan. Un periodo interessante che da vita ad una nuova sperimentazione, ma anche ha opere forti nell'indagare il tessuto sociale di quegli anni. Il seguito ha il nome di Pat O'Connor, Jim Sheridan e Neil Jordan, che con gli anni si sono impossessati di un carisma autoriale che viene esportato anche a Hollywood, soprattutto gli ultimi due hanno raggiunto uno status artistico di piena autonomia creativa. Certo con il Leono d'oro assegnato nel 1996 a Michael Collins di Neil Jordan, il cinema irlandese è salito alla ribalta, anche se la pellicola del regista di Mona lisa non sia una delle sue migliori, ma questo è servito ha puntare i riflettori su un paese ancora sconosciuto da questo punto di vista. Un libro prezioso per chi vuole conoscere da vicino questa cinematografia: veloce e curioso da leggere.
Voto
7
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