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  19/04/2024 - 14:58

 

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Hyangjin Lee
Il cinema coreano contemporaneo
L’identità di uno stato diviso in due
ObarraO edizioni, collana in-Asia, pp.352, € 22,50

 




                     di Matteo Merli


I tre termini del sottotitolo, Identità, cultura e politica, ci riconducono all’analisi di prassi nell’accademia anglo-americane, volta ad intersecare lo studio culturale del paese nelle sue diverse diramazioni, non per adottarne solo la metodologia teorica, ma affiancandole anche quella prettamente cinematografica. La professoressa Lee amplia sul suo discorso sul cinema coreano sui due versanti, sia quello del Nord che del Sud, in maniera composita e unitaria per porre in evidenza lo spirito di una nazione, nelle sue manifeste contraddizioni. il suddetto saggio s’interrompe alla fine del 1999 e per questo non sono presenti accenni alle visioni poetiche di un Kim Ki-duk e alle dissertazioni sulla trilogia della vendetta dell’oramai famoso Park Chan-wook, o cogliendo appieno il fenomeno dell’hanryu, la new wave pop sudcoreana, fenomeno ancora poco accolto agli occhi occidentali, mentre in tutta l’Asia orientale impazza a piè sospinto. In occasione dell’edizione italiana, l’autrice Hyangjin Lee ha integrato al suo studio un capitolo dedicato al cinema della Corea del Sud dal 1999 ad oggi, principalmente dedicato alla ricognizione sui blockbuster che hanno come tema la divisione tra Nord e Sud, fino al successo dell’estate 2005 Welcome to Dongmakgol e il successivo The King and the clown, uno dei film più visti in Corea del Sud. Il saggio comprende una prima parte volta alla creazione dell’identità storica e cinematografica del paese, per poi addentrarsi negli adattamenti cinematografici della lunga tradizione dei racconti popolari, capitolo interessanti per comprendere le diverse modulazione di genere che stanno alla base del cinema coreano. Non meno importanti l’approfondito sguardo rivolto alla rappresentazione cinematografica della storia, con l’evidente trattamento delle diverse classi sociali e dei mutamenti culturali dell’identità contemporanea nazionale. A corredo una filmografia completa in ogni suo punto con una bibliografia esauriente nelle diverse pubblicazioni in lingua inglese e coreana. Anche se molti titoli accennati nel saggio non sono irreperibili per la deprecabile dimenticanza dell’editoria DVD locale, disposta solo a commercializzare la produzione nazionale dopo il boom del successo nel 1997, impedendo di farsi un’idea delle tesi sviluppate dal testo; è importante recepire le diverse chiavi di lettura per apprezzare il cinema coreano del passato fino a quello odierno.

Voto 7/8 

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