I tre termini del
sottotitolo, Identità, cultura e politica, ci riconducono all’analisi di prassi
nell’accademia anglo-americane, volta ad intersecare lo studio culturale del
paese nelle sue diverse diramazioni, non per adottarne solo la metodologia
teorica, ma affiancandole anche quella prettamente cinematografica. La
professoressa Lee amplia sul suo discorso sul cinema coreano sui due versanti,
sia quello del Nord che del Sud, in maniera composita e unitaria per porre in
evidenza lo spirito di una nazione, nelle sue manifeste contraddizioni. il
suddetto saggio s’interrompe alla fine del 1999 e per questo non sono presenti
accenni alle visioni poetiche di un Kim Ki-duk e alle dissertazioni sulla
trilogia della vendetta dell’oramai famoso Park Chan-wook, o cogliendo appieno
il fenomeno dell’hanryu,
la new wave pop sudcoreana, fenomeno ancora poco accolto agli occhi
occidentali, mentre in tutta l’Asia orientale impazza a piè sospinto. In
occasione dell’edizione italiana, l’autrice
Hyangjin Lee ha integrato al suo studio un capitolo
dedicato al cinema della Corea del Sud dal 1999 ad oggi, principalmente
dedicato alla ricognizione sui blockbuster che hanno come tema la divisione tra
Nord e Sud, fino al successo dell’estate 2005
Welcome to Dongmakgol e il
successivo
The
King and the clown, uno dei film più visti in Corea del Sud. Il saggio
comprende una prima parte volta alla creazione dell’identità storica e
cinematografica del paese, per poi addentrarsi negli adattamenti
cinematografici della lunga tradizione dei racconti popolari, capitolo
interessanti per comprendere le diverse modulazione di genere che stanno alla
base del cinema coreano. Non meno importanti l’approfondito sguardo rivolto
alla rappresentazione cinematografica della storia, con l’evidente trattamento
delle diverse classi sociali e dei mutamenti culturali dell’identità
contemporanea nazionale. A corredo una filmografia completa in ogni suo punto
con una bibliografia esauriente nelle diverse pubblicazioni in lingua inglese e
coreana. Anche se molti titoli accennati nel saggio non sono irreperibili per
la deprecabile dimenticanza dell’editoria DVD locale, disposta solo a
commercializzare la produzione nazionale dopo il boom del successo nel 1997,
impedendo di farsi un’idea delle tesi sviluppate dal testo; è importante
recepire le diverse chiavi di lettura per apprezzare il
cinema coreano del passato fino a quello
odierno.
Voto
7/8