John Carpenter, è senza mezzi termini un grande autore, e a suggello di questa
inevitabile riattualizzazione del suo operato cinematografico, esce ora
un volume amorevolmente perseguito da anni, a firma di Paolo Zelati. Le
immagini dei film di Carpenter, ancora oggi, rimangono negli occhi, per la sua
capacità eversiva e non ettichettabile come solo esegeta della riscossa new horror. Le sue pellicole, sono trattati personali che
indagano senza remore, nei meandri della nostra quotidianità, mettendo alla
berlina i costumi e le consuetudine di un sapere
arrogante, mostrandone l’orrore recondito e meschino. Carpenter, è anche un cineasta
capace di costruire film con budget irrisori, attento alle diverse fasi di produzione, con un occhio di riguardo per la sceneggiatura
e il montaggio, e da non dimenticare le sue immancabili colonne
sonore, che fanno da corollario alle sue cristalline immagini, ancora oggi
oggetto di continue imitazioni. Zelati, giramondo appassionato, pronto ad arrivare dinanzi ai suoi beniamini, con questa impresa, ci porta dentro all’universo
pulsante di Carpenter, con una lunghissima intervista, effettuata a distanza di anni, arrivando a cogliere confidenze significative, per comprendere appieno il suo inimitabile stile. In questo viaggio personale, che attraversa l’analisi del suo tratto cinematografico, dei personaggi, e della sua nazione d’origine, ne viene fuori un quadro esaustivo che trasuda sincerità e amore nei confronti di un cineasta formidabile. Da non dimenticare una serie di interviste ad alcuni degli attori immancabili nei suoi lavori, pronti
a dare un loro contributo da osservatori interni sull’operato del maestro. Un saggio corposo che concilia una conoscenza erudita con una scorrevolezza narrativa, davvero coinvolgente.
Voto
8
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