Biennale Cinema:
presentazione 71°edizione
Biennale Cinema:
Perle dalla 71° Mostra
Biennale Cinema:
Bilancio della 71° Mostra
Il festival
di Venezia archivia la 71° edizione con la vittoria dello svedese Roy Andersson
con A Pigeon Sat On A Branch Reflecting On Existence, ma porta con se ancora alcuni problemi permanenti. Prima di tutto lo spazio attiguo al Casinò ha il volto di una ferita aperta che stenta a richiudersi e questo non facilita la fruizione della zona festivaliera e inoltre il garden ( posto di relax e svago per
critici e appassionati ) è apparso ancora di più disadorno: privo di punti vendita riguardanti il mondo del cinema e posti di ristoro. Comprendo la crisi, ma questa situazione penalizza ulteriormente l’immagine del festival, che soprattutto non ha visto un numero eccessivo di
accreditati partecipare, poiché si è sempre riuscito ad entrare nelle sale senza difficoltà, anche per le pellicole più attese. Dalla sua, il direttivo della Biennale, ha fatto molto per rammodernare la Sala Grande e la Sala
Darsena, ma bisogna risolvere l’annoso problema degli spazi intorno il Palazzo del Cinema, per renderli maggiormente confortevoli e
accoglienti e soprattutto la difficoltà di reperire posti letto al Lido, una delle spine nel fianco della manifestazione veneziana. A parte questo, la giuria presieduta dal compositore Alexandre Desplat, ha premiato per Un piccione su un ramo che riflette sull'esistenza un autore rimasto nell’ombra per molto tempo, Roy Andersson, sorprendendo in molti. Meritatissimo il premio a The Look of Silence di Joshua Oppenheimer, film mirabile per le cose che dice, capace di riflettere sul cinema come occhio vero e salvifico per comprendere le ferite di un paese non del tutto riconciliato. Inaspettato il Leone D’argento a Andrej
Koncalovskij con il suo The postman’s
white nights e forse l’esagerazione delle due Coppe Volpi, quella maschile assegnata a Adam Driver e quella femminile alla fiorentina Alba Rohrwacher, entrambi interpreti
di Hungry
Hearts di Costanzo. Dispiace un po’ non vedere
riconoscimenti al film di Martone o Nobi di Tsukamoto. Tutto sommato è stato un festival altalenante, dove il concorso ha messo in luce il buon momento del cinema italiano, con una media
qualitativa non eccelsa. Il secondo concorso, Orizzonti, si rafforza e quest’anno ha avuto dalla sua una selezione attenta e con proposte accattivanti. Bene anche Settimana della critica e Giornate degli autori. Ci attendiamo una prossima Mostra, consapevole di dover risolvere certi problemi logistici e con maggiore vigore nel proporre una selezione ufficiale coraggiosa e pronta ad osare.
Voto
7