Il cinema italiano, attraverso opere coraggiose che non
seguono gli abituali canoni estetici e di genere, cerca nuove strade. Certo le
commedie nostrane imperversano, però alcune eccezioni emergono. Una di
queste è Matteo
Rovere, che con il suo terzo film, centra i toni giusti e sa infondere
presa emotiva a un opera inconsueta per il nostro panorama.
La passione per i motori scorre da sempre nelle vene di
Giulia De Martino. Viene da una famiglia che da generazioni sforna campioni di
corse automobilistiche. Anche lei è un pilota, un talento eccezionale
che a soli diciassette anni partecipa al Campionato GT, sotto la guida del
padre Mario. Ma un giorno tutto cambia e Giulia si trova a dover affrontare da
sola la pista e la vita. A complicare la situazione il ritorno inaspettato del
fratello Loris, ex pilota eroinomane, ma dotato di talento per la guida.
Saranno obbligati a lavorare insieme, in un avvicendarsi di situazioni
adrenaliniche che comunque li porterà a comprendere il valore di una
famiglia riunita. Se l’idea di base porta la complicità di un
Accorsi capace di dare corpo e volto a un personaggio ben riuscito e nelle sue
corde, Matilda
De Angelis,
dimostra di avere grinta e spessore
nel rappresentare una giovane caparbia e sensibile. Rovere tiene il ritmo delle
corse con sguardo complice e penetrante, annodata a doppia fila con una storia
familiare coinvolgente, raccontata con sorprendente misura e attenta a non
scadere in zona d’ombra, coinvolgendo fino alla fine. Un film italiano di
genere bello e inaspettato.
Voto
7