Era il 1997 quando "Tano da morire" fu presentato ne "La settimana della critica" alla Mostra del Cinema di Venezia, l'irruenza e la forza visiva del film conquistarono la difficile platea veneziana, la critica e il pubblico, incassando discretamente al botteghino, e , Nino D'Angelo, autore delle musiche, si portò a casa l'ambito David di Donatello. Scaramanticamente Roberta Torre, ripercorre le stesse tappe: presenta, quest'anno, nella sezione "Sogni e Visioni", "Sud Side Stori" al Festival di Venezia e per non rinunciare all'elemento napoletano portafortuna chiama per un piccolissimo ruolo il re della sceneggiata, l'unico e inimitabile Mario Merola che, nel giro d'interviste, rivendica la qualità, a sua detta, dei suoi precedenti film "scult" . E' di nuovo musical per questa versione riveduta e corretta dello Shakesperiano "Romeo e Giulietta". "In realtà - ci racconta Roberta Torre - "il mio film è stato ispirato da un fatto di cronaca: in Sicilia l'amore tra un ragazzo e una prostituta di colore fu osteggiato solo per il colore della pelle e l'epilogo fu tragico, il ragazzo si suicidò. Da qui il mio pensiero verso il dramma senza tempo di Shakespeare e la voglia di adattarlo a modo mio". Peccato, però, che per la cineasta lo stile personale significhi una copia sbiadita e sterile del film precedente. La splendida fotografia di Daniele Ciprì e una maggiore padronanza nel realizzare le scene d'insieme poco servono a non far considerare "Sud Side stori" una copia, forse più curata ed esteticamente perfetta, di "Tano da Morire". Dopo pochi minuti, i volti sgraziati delle zie di Giulietto, lo spaesamento delle amiche di Romea , sottolineate da canzoni dal ritmo facile facile con coreografie da quiz televisivo, cominciano a stancare, facendo ripiegare il film su se stesso. Le incursioni di Merola e di Little Tony appaiono patetiche più che divertenti, il cinema non si prende più in giro ironicamente e coraggiosamente come conviene al vero "trash" perché qui, traspare troppo autocompiacimento. Gli unici momenti interessanti sono le riprese, realizzate ancora da Ciprì con telecamera a mano, per le strade notturne della Sicilia tra miseria e prostituzione, ma restano soltanto un'intenzione. Roberta Torre annuncia - fortunatamente - una svolta "Credo sia giunto al termine, il legame con la Sicilia, non riesco più ad essere obiettiva perché è una terra che adesso mi coinvolge e mi emozione particolarmente. Manca in me lo sguardo critico". Tra i suoi prossimi progetti un film, prodotto dalla nuova scuderia di Rita Rusic, ex signora Cecchi Gori, dal titolo provvisorio "Angelo".

Voto 7+