Scream tuttavia si distingue dai titoli succitati in quanto è l'unico slasher che è riuscito ad approdare al terzo episodio mantenendo pressoché inalterato il cast e, soprattutto, il regista, quel Wes Craven già creatore della succitata serie di Nightmare.

Uscito quando ormai il filone sembrava essersi definitivamente esaurito, il primo Scream (1996) ha riscosso un successo straordinario in tutto il mondo. Grazie ad un abile e, talvolta, maniacale gioco di citazioni cinefile (il cui merito è in gran parte da attribuirsi allo sceneggiatore Kevin Williamson) e di "trabocchetti" metacinematografici, il film ha in qualche modo contribuito a riscrivere le regole del genere.

Lo stesso schema è stato riproposto, a giudizio di alcuni ancor più efficacemente, in Scream 2 (1998), laddove il meccanismo di scatole cinesi del "film nel film", s'intensifica ulteriormente, fino ad essere spinto al parossismo nell'ultimo tassello della trilogia, appunto Scream 3, attualmente in programmazione.

Sidney Prescott (la sempre affascinante Neve Campbell) si è ritirata in un luogo pressoché sconosciuto, nell'intento di sfuggire ad altri possibili psicopatici assassini e soprattutto, ai fantasmi nascosti nella sua mente. Tuttavia una nuova serie di brutali omicidi compiuti sul set di Stub 3 (il film nel film ispirato ai fatti di Woodsboro) dal solito killer mascherato, costringono la ragazza ad uscire dal proprio nascondiglio per affrontare, una volta per tutte, il (o la..?) responsabile della catena di assassinii iniziata quattro anni prima.

Aiutata anche in questa occasione dalla giornalista d'assalto Gale Weathers (Courtney Cox) e dal poliziotto Dewey (David Arquette), Sidney riuscirà, nello scoppiettante epilogo, a vincere finalmente la partita ed a scacciare gli spettri del passato. Ma molte, molte persone dovranno morire…

Craven si congeda dal genere horror (almeno stando alle dichiarazioni da lui rilasciate negli ultimi mesi) con un'opera che certamente non deluderà i fan della serie. Scream 3 regge perfettamente il confronto con le due pellicole precedenti, mantenendo un ritmo narrativo coerente e serrato, alternando sapientemente suspense ed ironia fino alla soluzione finale dell'enigma, l'immancabile colpo di scena che rimette in discussione quanto avvenuto nei capitoli 1 e 2.

Non era facile riuscire a mantenere fede agli stilemi dello slasher senza rischiare di ripetere stancamente e senza ispirazione un cliché ormai sbiadito e fin troppo sfruttato. Craven, da ottimo cineasta quale è, ha saputo aggirare abilmente l'ostacolo, facendo proprio della reiterazione quasi spasmodica, volutamente esasperata e manifesta, dei topoi del genere, la carta vincente del film.

Sappiamo che il killer apparirà improvvisamente alle spalle della malcapitata vittima, che una volta creduto morto si rialzerà per tornare a colpire, che tutti i personaggi sono possibili colpevoli e potenziali cadaveri. E il regista asseconda in pieno queste aspettative sì, scontate, ma alle quali sa di non potersi sottrarre lui per primo, divertendosi così a sbatterle in faccia allo spettatore con totale spregiudicatezza. Si gioca sempre a carte scoperte. Non a caso il giovane appassionato di film horror ucciso in Scream 2 "rivive" brevemente in un video da lui stesso girato (la finzione/inganno mediatici ancora una volta protagonisti) per ricordarci, più che svelarci, quali sono le regole fondamentali di una trilogia. E la regola numero uno è…dimenticatevi le regole!

Da segnalare la presenza, nel cast, di Lance Henriksen, il protagonista della serie Millennium, di Kelly Rutherford (Melrose Place) e della giunonica Jenny McCarthy.