Roger Dodger
Regia di Dylan Kidd
Cast: Campbell Scott, Jesse Eisenberg, Isabella Rossellini, Elizabeth Berkley, Jennifer Beals; commedia; Usa; 2002; C.
La miglior opera prima di Venezia 2002
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Roger
Swanson, detto “Dodger” (epiteto equivalente a “furfante”, “imbroglione”), è un
intrigante copywriter di successo che vive e lavora a New York, con
l’unico scopo apparente di passare da una festa all’altra in cerca di ‘prede’
femminili da avvincere con il suo irresistibile (talvolta cinico) charme da
simpatico bastardo e la sua parlantina lanciata a briglia sciolta sui sentieri
della seduzione. Una vita all’insegna della ‘caccia’, perché per Roger si tratta proprio
di questo: portarsi a letto una donna ogni volta che esce a ‘cacciare’ per le
strade di Manhattan. Durante la sua ultima avventura il buon Roger ha toccato
l’apogeo conquistando il suo stesso capo, la bella Joyce: paradossalmente
un’impresa simile, che potrebbe cambiargli la vita professionale, finisce in un
amaro fallimento, dato che Joyce si rivela un animale sociale indipendente,
pronta a sbattere Roger fuori dalla sua vita al primo sintomo di
‘attaccamento’. Così, nell’ora più buia della sua carriera di seduttore, alla
porta del protagonista bussa il nipote Nick, un sedicenne confuso che vede in
lui il logico mentore della propria educazione sessuale. Roger non si sottrarrà
al compito, guidando il nipote lungo i meandri di un appuntamento a quattro con
due prede potenziali e dilatando ad libitum la notte di caccia per le
strade di Manhattan. La regola numero per entrare nella filosofia del
dongiovannesco zio è allargare il proprio io al sesso, prepararsi a percepirlo
in ogni momento della giornata, perché il sesso è ovunque. Roger Dodger
di Dylan Kidd si è imposto quale miglior opera prima di Venezia 2002,
ricevendo un’ottima accoglienza sia da parte del pubblico che della critica. La
storia in sé non è molto originale, ma è servita con dosi generose di puro
talento registico e molta verve: se non è nuovo il soggetto che Kidd ha
scelto di raccontare, risulta insomma decisamente originale il modo con cui ha
voluto raccontarlo, assecondando la frenesia del modus vivendi del
pubblicitario rampante con traballanti sequenze riprese con telecamera a mano. Roger Dodger
prende fin dalla pimpante sequenza d’apertura e riesce, tramite gli assurdi
aforismi e la filosofia da bar profusa dal protagonista al nipote, a catturare
i punti salienti dell’essenza maschile: gli stessi che in genere gli uomini non
ammetterebbero mai. Il contraltare d’ingenua naturalezza costituito
dall’inesperto nipote consente al regista di bilanciare ironicamente l’apparato
di cinica apparenza esibito da Roger
“Dodger” Swanson, indomito prototipo di grande seduttore metropolitano. Una godibilissima
commedia completamente giocata sul ritmo e su dialoghi davvero
scoppiettanti. Da non perdere.
Roger Dodger, regia di Dylan Kidd, con Campbell Scott, Jesse Eisenberg, Isabella Rossellini, Elizabeth Berkley, Jennifer Beals; commedia; Usa; 2002; C.; dur. 1h e 44'
Voto
7+
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