Due
amici partono da Buenos Aires nell’anno 1952 in sella ad una moto sgangherata:
si chiamano Ernesto Guevara de la Serna detto Fuser, ventitre anni, e Alberto
Granado detto Mi Al, ventinove anni, la due ruote è una vecchia Norton 500
ribattezzata “La Poderosa”, destinata ad abbandonarli tremila chilometri e
rotti più in là. Sono semplicemente due giovani come tanti che partono alla
scoperta dell’America Latina: Ernesto Guevara è ben lontano dal diventare un
mito soprannominato “El Che”, basco in testa, cubano in bocca, sguardo perso
nell’avvenire della rivoluzione a campeggiare deciso su una bandiera rossa al
vento. Ne I diari della
motocicletta da Buenos Aires non parte un rivoluzionario, ma uno
studente in medicina di belle speranze e d’estrazione borghese, pieno d’attesa
per l’avventura on the road che l’attende lui e il suo migliore amico.
Il viaggio durerà otto mesi e porterà i due protagonisti lungo un accidentato
itinerario di oltre dodicimila chilometri da un capo all’altro dell’America del
Sud, aprendo loro realtà prossime ma sconosciute: tra Cile, Perù, Colombia e
Venezuela, i due incontrano variegati personaggi, scoprono tradizioni che
ignoravano, assistono alle meraviglie Incas di Machu Picchu, e si accorgono al
contempo dell’esistenza di popoli che soffrono, prendono coscienza delle
ingiustizie sociali che l’insorgente consumismo sta creando un po’ ovunque,
scoprono che talvolta tra i sani e i malati in mezzo scorre un fiume. Prodotto
dal sempre impegnato Robert
Redford, I diari della motocicletta è basato sugli omonimi diari
scritti da Ernesto Guevara e dal biologo Alberto Granado, ancora vivo,
vegeto e loquace in quel di Cuba: dirige Walter Salles, già autore del
pluripremiato Central do Brasil, che è riuscito a realizzare un miracolo
di compostezza, anche grazie al coinvolgente entusiasmo del protagonista
messicano Gael Garcìa Bernal (già apprezzato in Amores perros),
rifuggendo facili cadute retoriche nel mito che il giovane protagonista sarebbe
diventato in futuro. Qui di quel mito figura soltanto l’origine, una presa di
coscienza appassionata e malinconica al tempo stesso delle ingiustizie del
tormentato continente latinoamericano, una sterminata terra di meticci di cui
il futuro Che si augura la futura unità in un sentito brindisi. Questo film ci
regala l’attimo in cui un futuro medico cominciò ad evolversi in un mitico
rivoluzionario, un germoglio d’impegno sbocciato forse in una notte all’aperto
davanti agli occhi taglienti di due campesiños, marito e moglie sfrattati dalla
loro terra da un padrone ingiusto, dall’oggi al domani, per un credo politico
discordante, costretti ad elemosinare una giornata di lavoro rischiando la vita
in miniera. I
diari della motocicletta presenta anche il rovescio della medaglia,
mostrandoci i mille espedienti dell’affiatato duo per sbarcare il lunario
tirando avanti il loro viaggio il più a lungo possibile. Da non perdere.
I diari della motocicletta - The Motorcycle Diaries, regia di Walter Salles, con Gael García Bernal, Rodrigo De la Serna, Mía Maestro; Usa/Germ./Gran Bret.; avventura; 2004; C.; dur 1h e 43'
Voto
8
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