Il giovane e disilluso Henry Barthes, docente liceale di letteratura, è un supplente per vocazione, un professore a tempo determinato che, nelle poche settimane che ogni volta si ritrova a disposizione, cerca di insegnare come può nell'ennesima scuola di periferia a stelle e strisce. Con lo scorrere delle sequenze possiamo intuire che si tratta di una scelta legata al suo passato indecifrabile, nel tentativo di mantenere un distacco tra la sua funzione (di docente) e gli indirizzatari della medesima (i suoi disincantati studenti). Nonostante gli intenti, Henry però sarà toccato dall'incontro con una ragazzina senza casa che sopravvive prostituendosi, a cui cercherà di dare una mano, da una collega con cui scatta una reciproca attrazione ed infine da una studentessa incompresa dalla famiglia e dai propri compagni. Il tutto in una scuola che cade a pezzi su tutti i fronti, frequentata da studenti privi di scopo (e di guida da parte delle famiglie), un istituto in preda agli input del mercato e in cui lavorano colleghi frustrati che spesso vanno avanti a forza di psicofarmaci. In tale squallido milieu il triste protagonista cercherà di fare la cosa giusta cercando prima di tutto di insegnare qualcosa di significativo ai suoi ragazzi, magari servendosi all’uopo di qualche appropriata citazione di Camus, leggendo un racconto di Edgar Allan Poe o producendosi in una critica al vetriolo contro il sistema americano. Ne vien fuori un film che colpisce allo stomaco descrivendo lucidamente lo sfacelo sociale, etico ed emotivo che deriva dall'inefficacia dell'istruzione, per fortuna con qualche squarcio di malinconico lirismo a darci una speranza per il grigio domani che si staglia all'orizzonte delle nuove generazioni. Assolutamente da provare.

Voto 7