L'ultimo film di Ettore Scola: una commedia dolceamara ambientata nel ventennio fascista

Concorrenza sleale racconta l'insistito scontro di vendite tra i due proprietari di una sartoria e di una merceria affiancate in una strada romana del 1938: i due commercianti, Umberto e Leone, si fronteggiano in un'interminabile battaglia che ogni giorno alterna nuove furbate, trucchetti in serie, furibonde litigate sul filo della rissa, tiri mancini vari. Per inscenare questo divertente 'conflitto' quotidiano Ettore Scola si è servito del punto di vista infantile del figlio di uno dei protagonisti, amichetto del cuore del figlio dell'altro, come pure i loro fratelli maggiori, Paolo e Susanna, sono segretamente innamorati l'uno dell'altra. Benché la rivalità tra i rispettivi padri sia perennemente all'apice, le sorti delle due famiglie sono unite a vari livelli come dieci dita in una stretta di mano e, dato che siamo in pieno ventennio fascista, il legame tra i due litiganti diventa impalpabilmente amicizia manifesta soprattutto quando la famiglia di Leone, ebreo, comincia a risentire delle leggi razziali. La narrazione di Scola è inframmezzata dagli schizzi vergati sul quaderno dal bambino che ci racconta la storia dal suo punto di vista dal basso: tutti gli adulti intorno a lui sono ritratti e deformati in modo caricaturale, e tale meccanismo si rivela quanto mai efficace per ricostruire ai nostri occhi contemporanei un dramma nato da una ragnatela di piccole cose senza importanza, non avvertite come assurde se non quando il multiforme intreccio della propaganda fascista aveva ormai contagiato un'intera nazione portandola ad un punto di non ritorno (sociale ed etico). Magistrale in tal senso la progressiva ed impercettibile presa di coscienza del problema da parte di Umberto, un 'italiano puro' e pertanto non toccato dalle restrizioni razziali, uno che ha letto ogni giorno il quotidiano di regime senza scandalizzarsi di un'inquietante e falsata normalità: ma che non potrà fare a meno di chiudere gli occhi davanti alle palesi ingiustizie che colpiscono il suo migliore nemico in affari. Attraverso il registro portante di una commedia a tratti grottesca, a tratti dolceamara, Concorrenza sleale riesce, esattamente come Train de vie o La vita è bella, a ricostruire un accurato quanto normale spaccato di uno dei periodi più drammatici della storia nazionale. La narrazione procede in modo lento e quasi divagato a tratteggiare con dettagliata attenzione lo spaccato 'normale' di due famiglie borghesi in un momento anormale che finirà per segnarne tutti i componenti. Ottimi quanto debordanti i due protagonisti Diego Abatantuono e Sergio Castellitto. Nel cast, davvero notevole, brillano due caratteristi di lusso come Gérard Depardieu in versione intellettuale sdegnato (ed inerte) e Claudio Bigagli nei panni di un inquirente arrogante e latore di luoghi comuni. Toccante e da antologia il finale: l'estrema esortazione a non dimenticare una pagina di storia italiana di cui troppo presto si è persa memoria.

Voto 8