Sono tre, bellissime, intelligenti, atletiche, spiritose e scattanti: si chiamano Natalie, Dylan e Alex e sono le tre scatenate detectives in forza all'agenzia investigativa privata finanziata dal miliardario Charlie Townsend. Gli incarichi li ricevono direttamente dalla voce del loro eccentrico principale, che non hanno mai visto ma soltanto sentito per telefono o attraverso il suo simpatico luogotenente Bosley. Charlie's Angels, ispirato all'omonima serie televisiva prodotta dalla Abc a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, non è che l'ennesimo capitolo di trapasso dal piccolo al grande schermo di serials di successo, dopo i fortunati esperimenti de Gli Intoccabili e Mission: Impossible, entrambi firmati da Brian De Palma. L'idea non è male, perché gli angeli di Charlie erano il primo tentativo, in un periodo d'insorgente femminismo negli Usa, di poggiare una serie TV interamente sulle spalle di eroine avvenenti (le prime tre erano Farah Fawcett, Jaclyn Smith e Kate Jackson) ma capaci all'occorrenza di risolvere un caso miscelando fascino, furbizia e forza fisica. La trasposizione filmica firmata dall'esordiente Joseph McGinty Nichol, che si è fatto finora notare come regista di videoclip col nome di McG, propone un serrato plot d'azione dalla trama rettilinea come quella di un telefilm: più che un vero film, infatti, Charlie's Angels è uno scoperto prodotto d'intrattenimento tutto giocato sulle grazie estetiche delle tre pimpanti protagoniste: ovvero Cameron Diaz ( sempre più simpatica), Drew Barrymore e Lucy Liu, vere icone della donna di fine millennio, disinibite ed autoironiche, vestite alla moda ma esperte di arti marziali, grintose ma pronte a dilazionare uno scontro per flirtare al cellulare con uno dei pochi maschi decenti di tutta Los Angeles. Nel film l'incarico centrale delle Charlie's Angels è ritrovare il giovane fondatore della Knox Tecnologies: risolto brillantemente il rapimento, l'affare si complica (si fa per dire) in quanto il truce Roger Corwin, presidente della Red Star Systems, dopo aver apparentemente rapito Knox, parrebbe essersi impossessato di un rivoluzionario software di ricerca vocale elaborato dal giovane inventore. Potendo disporre della più vasta rete di telecomunicazioni satellitari a livello globale, in teoria Corwin potrebbe violare la privacy di chiunque: per riprendersi il programma le tre detectives, unendo fascino a tecnologia, dovranno violare una sofisticatissima stanza dei bottoni, il tutto solo per scoprire che l'apparenza inganna e ritrovarsi in un pasticcio decisamente peggiore. Tralasciando la prevedibile trama, Charlie's Angels è semplicemente un movimentato videoclip d'azione al femminile: le protagoniste se la sbrigano di volta in volta oscillando le sinuose chiome, guidando in modo spericolato una Formula Indy, travestendosi da cameriere (massaggiatrici e danzatrici del ventre) o infine praticando le arti marziali su elaborate coreografie shakerate al ralenti sulla pedissequa scia di The Matrix o M:I-2. Un film disimpegnato e tipicamente 'industriale' ma autoironico, che scivola via leggero fino ai titoli di coda. Varia e ricca di verve la colonna sonora, che alterna pezzi di Michael Jackson, Jimi Hendrix e Blink 182 a brani inediti di Aerosmith, Fatboy Slim e Destiny's Child.