Bright Star
Regia di Jane Campion
Cast: Abbie Cornish, Ben Whinshaw, Paul Schneider, Kerry Fox, Thomas Sangster, Samuel Barnett, Roger Ashton-Griffiths, Samuel Roukin; drammatico/sentimentale; Gran Bret./Fran./U.S.A.; 2009; C.
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L'ultima fatica di Jane
Campion ci ripresenta l'apprezzata autrice di Lezioni di piano in ciò che sa far
meglio: raccontare con grazia e stile impeccabile frammenti di vita di un tempo
passato, tanto biografici quanto romanzeschi – Un angelo alla mia tavola e Ritratto
di signora stanno lì a dimostrarlo –. Stavolta al centro dell'interesse
della Campion figurano gli ultimi tre anni di vita di
John
Keats, il più precoce, fulgido e malinconico dei
poeti romantici inglesi, gravemente ammalato di tisi e prematuramente scomparso
a Roma a soli venticinque anni, nel 1821. Bright Star
è appunto il titolo di un sonetto che Keats compose
nel periodo della relazione con l'avvenente Fanny Brawne,
che insieme alla madre ed ai fratelli era la coinquilina del poeta Charles Brown, che aveva accolto
in casa sua l'amico John Keats, afflitto fin
dall'adolescenza da una catena di sventure familiari e privo
di mezzi finanziari. Con le prime sequenze del film vediamo sbocciare in modo
perfettamente naturale un tenero sentimento tra John
e Fanny, giovane piena di gioia di vivere ed appassionata di cucito, ma dotata
di un'indole selvaggia che spesso emerge nei continui battibecchi con Charles Brown. Alla fine col
passare delle settimane nasce un amore senza un futuro all'orizzonte, perché il
giovane poeta è troppo povero per mantenere Fanny, tanto più quando
viene colpito dalla tubercolosi, esattamente come il fratello Thomas, e viene costretto a trasferirsi in Italia nella
speranza che un clima più mite giovi ad un'impossibile guarigione. Proprio nel
breve ma significativo periodo dell'amore tra i due
sboccia in tutto il suo splendore quella cristallina ispirazione che avrebbe
indotto John Keats a produrre i principali capolavori della sua
breve vita, tardivamente riconosciuti dalla critica, che solo dopo la morte lo
celebrò come uno dei principali talenti del Romanticismo inglese – e non a caso
Keats stesso ebbe la percezione del suo fallimento
artistico, stando al magnifico epitaffio della sua tomba ("Qui giace colui
il cui nome fu scritto sull’acqua") –. Che dire? Bright Star racconta una storia d’amore malinconica ed ineffabile in modo semplicemente
impeccabile e talvolta struggente – a conferma di questo basta ricordare che in
un periodo di separazione John scrive a Fanny
meraviglie sentimentali come questa: “Sogno che siamo due farfalle in estate
con soli tre giorni di vita” –. Da segnalare la prova dei due
protagonisti, un sofferente Ben Winshaw ed una
deliziosa Abbey Cornish, sempre sul
punto di esplodere e tremendamente affine (anche per la prodigiosa somiglianza)
alla giovane Nicole Kidman
che la Campion
immortalò anni fa in Ritratto di signora.
Da vedere.
Bright Star, regia di Jane Campion, con Abbie Cornish, Ben Whinshaw, Paul Schneider, Kerry Fox, Thomas Sangster, Samuel Barnett, Roger Ashton-Griffiths, Samuel Roukin; drammatico/sentimentale; Gran Bret./Fran./U.S.A.; 2009; C.; dur. 120’
Voto
7½
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