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  19/04/2024 - 22:42

 

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Beatiful People
Regia di Jasmin Dizdar
Cast: Nicholas Farrell, Walentina Giorgiewa, Danny Nussbaum, Charlotte Coleman; drammatico; Gran Bretagna; 1999; C

 




                     di Paolo Boschi


Ha un inizio dirompente quanto casuale Beautiful people : la tranquillità tutta britannica di un bus londinese viene infranta da due uomini che s'incontrano a bordo, si riconoscono e cominciano a picchiarsi selvaggiamente. Uno è serbo, l'altro è croato, nella loro vita precedente erano vicini di casa poi divisi dalla guerra civile: li vedremo impegnati in una rincorsa infinita lungo le vie della capitale inglese e continuare a massacrarsi, fino a crollare a terra privi di conoscenza, esausti. Cambia scena e li ritroviamo alla successiva tappa logica: un ospedale, dove la guerra privata dei due continua fondendosi con altre realtà, altre storie, altri personaggi. C'è l'ex soldato (e ex jugoslavo) che approda a Londra e finisce investito da un'automobile cercando di restituire ad una donna un oggetto personale: e una dottoressa fuori dagli schemi se ne innamora e lo porta nella magione di famiglia, capeggiata da un austero padre tory, in prima linea nella battaglia contro l'immigrazione clandestina. C'è la surreale storia di un hooligan tossico, violento e privo di idee che, in trasferta a Rotterdam, finisce quasi sonnambulo in un cargo con gli aiuti umanitari per la Bosnia: si ritrova in mezzo alla guerra civile, vede la morte da distanza ravvicinata e capisce che può fare qualcosa per rendersi utile, diventando un eroe senza accorgersene. Il ragazzo conosce in zona di guerra un reporter della BBC, che torna dal fronte colpito dall'allucinante sindrome bosniaca, perso nel tentativo di auto-infliggersi il dolore vissuto in prima persona, in un'angosciante identificazione con le vittime del conflitto. E potremmo continuare all'infinito, perché le storie di Beautiful people sembrano non finire mai e continuare ad intersecarsi nei modi più diversi: il film di Jasmin Dizdar è quasi un America oggi che affronta a posteriori i mille drammi dell'ex Jugoslavia dalle prospettive più diverse. E tutte le volte il singolo dramma finisce per incastonarsi nell'insieme offrendo un punto di vista particolare e inedito della sofferenza, della diversità, dell'odio, della guerra. Questo film va diretto allo stomaco spiazzando in continuazione lo spettatore per la sua struttura a mosaico: seguiamo volta per volta una singola tessera e non sappiamo quale sarà la successiva: non c'è tempo per abituarsi ad una storia che subito l'obiettivo di Dizdar cambia e ci porta dentro il dramma successivo. E' la guerra e il caos da essa indotto il centro nevralgico di Beautiful people: alla fine s'intravede una speranza, perché la vita può stritolare le sue vittime, amputarle, sfigurarle dentro e fuori, ma alla fine ai sopravvissuti resta sempre una vita da vivere, fino in fondo, nonostante tutto. Vedremo nascere anche una bambina di nome Caos nel disordine organizzato di queste storie: una luce nel buio, un simbolo del desiderio di andare avanti, comunque, di passare oltre, trovando un barlume di bene nella confusione del male, per ripartire di nuovo, non importa verso quale direzione. A tale multiforme varietà narrativa corrisponde una parallela varietà di registri: il comico, il drammatico, il grottesco, tutti sapientemente organizzati in successione: Beautiful people ricorda sotto questo profilo un altro film che taglia trasversalmente popoli e culture diverse come East is east, altro esempio calzante dell'ottimo stato di salute attraversato dal cinema britannico. Il film è in pratica la logica continuazione delle scatenate fanfare balcaniche che punteggiano la rincorsa dei due nemici che s'incontrano in una civilizzata terra di mezzo, mentre il conflitto civile infuria nella loro ex patria, e ricordano l'odio comune: ma finiscono in un ospedale a giocare a carte allo stesso tavolo, con una suora e un terrorista gallese esperto in esplosivi. Ottimo il cast, notevole il ritmo, stupefacente la scelta narrativa: il film del regista anglo-bosniaco Jasmin Dizdar ha vinto nella sezione "Un certain regard" a Cannes 1999. Il consiglio è di non perderselo: il caos di Beautiful people è cinema terapeutico, da provare per ricordare una guerra che molti colpevolmente hanno scelto di dimenticare.

Beautiful people, regia di Jasmin Dizdar, con Nicholas Farrell, Walentina Giorgiewa, Danny Nussbaum, Charlotte Coleman; drammatico; Gran Bretagna; 1999, C.; 1h e 47'

Voto 8 

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