La
nuova stagione artistica veneziana si apre all’insegna di un’importante mostra
dedicata al rapporto tra Turner
e Venezia. Sono esposte oltre centoventi opere tra acquerelli,
disegni, dipinti ed album di schizzi, alcuni dei quali inediti, che illustrano
la magica affinità che si instaurò tra l’ormai celebre pittore romantico e la
città lagunare. La maggior parte dei pezzi proviene dai fondi turneriani della
Tate, raccolti nella Clore Gallery dal 1987; gli acquerelli, invece, sono
rimasti in deposito al British
Museum tra il 1929 e il 1986. Il fondo, comprendente tutte le opere
ritrovate nello studio di Turner alla sua morte (1851), conta circa trecento
dipinti a cui si devono aggiungere tutti gli acquerelli e gli schizzi per un
totale di circa ventimila fogli.
Il
fascino di Venezia subito da Turner fu tardivo, ma
immediato ed intenso. L’artista, infatti, visitò per la prima volta la città
nel 1819 all’età di quarantaquattro anni. A questo seguirono altri due
soggiorni: uno nel 1833 (dal 9 al 16 settembre circa) e l’altro, nonché ultimo,
nel 1840 (dal 20 agosto al 3 settembre). Si trattò sempre di brevi permanenze,
concentrate sul finire dell’estate, quando la luce scintillante del sole,
riverberata dalla superficie dell’acqua, lascia il posto ad una luce,
gradatamente meno intensa, che preannuncia l’arrivo dell’autunno. In ognuno di
questi viaggi Turner
riuscì a cogliere i diversi aspetti di quella Venezia precedentemente
conosciuta attraverso le incisioni delle vedute del Canaletto, che, all’epoca,
circolavano in grande quantità anche oltremanica con la firma del “riproduttore
ufficiale” Antonio Visentini.
Turner
conobbe Venezia anche attraverso le fonti letterarie quali “Il mercante di
Venezia” e “Otello” di Shakespeare
e “The Child Harold’s Pilgrimage” di Byron, tutte opere che
alimentarono il desiderio e la curiosità dell’artista di visitare direttamente
la città lagunare.
Le
suggestioni e le impressioni di Turner sono chiaramente rappresentate dalla
serie di acquerelli e di schizzi che era solito fare a bordo di una piccola
imbarcazione, collocata al centro di un canale, o da approdi limitrofi.
Numerosi furono i quadri che egli
ricavò da questi rapidi “pensieri visivi” e che, nel percorso della mostra,
conducono il visitatore in una sorta di itinerario ideale da Piazza San Marco
alla Piazzetta in un susseguirsi di spazi aperti dominati dall’inconfondibile
Palazzo Ducale, simbolo del potere politico, in quanto residenza del Doge, o
dalla Basilica e dal Campanile, immagini dello spirito religioso di una “città
di mercanti” e di viaggiatori.
Turner
riuscì a scoprire e a rappresentare, inoltre, una Venezia pressoché inedita nel
genere pittorico della veduta: quella che appare dal Canale della Giudecca, il
canale che separa la città dall’isola omonima. Da questo particolare punto di
vista si può, infatti, ammirare il cuore cittadino in tutto il suo splendore,
reso ancora più unico dal gioco di luci tra il mare, il cielo e la terra che fa
di ogni edificio un unicum, da un
istante all’altro, in base al variare del rapporto cromatico e luminoso tra le
superfici riflettenti dell’acqua e le superfici piene dei palazzi.
E
fu proprio questo affascinante e misterioso effetto naturale di rapporti di luci,
di ombre e di colori che Turner studiò con
grande attenzione negli schizzi e negli acquerelli giungendo, così, alla
conclusione che il momento migliore della giornata in cui rappresentare Venezia è quello del tramonto, quando “la
luce fioca” maschera la l’inevitabile “vecchiaia” dei palazzi, trasformandoli
in semplici composizioni volumetriche dominate da giochi di colori nel ricordo
di una romantica “impressione” lasciato dalla città dei Dogi.
Info: “Turner and Venice”,
Museo Correr, Piazza San Marco, Venezia. Curatore: Ian Warrell. Allestimento:
Daniela Ferretti. Catalogo: Electa. Orari: tutti i giorni 10 – 19 (biglietteria
10 – 18). Biglietti: intero 9,00 €; ridotto 6,50 €; ridotto speciale 4,00 €.
Informazioni: www.museiciviciveneziani.it;
mkt.musei@comune.venezia.it;
callcenter 0415209070.
Dal 4 settembre 2004 al 23 gennaio 2005.
Voto
8