lasse 1898, Mino Maccari attraversa quasi un secolo di pittura italiana,
lasciando il segno e la sua firma nella storia.
Nato a Siena il suo
percorso artistico inizia ben presto, attento osservatore dalla penna facile,
Maccari usa il disegno come come se fossero parole, cosciente di parlar una
lingua universale. Una mano che tenta di rincorrere la velocità del pensiero, una
satira che appare sempre fra le righe, non esasperata ma tagliente.
A Milano la
Galleria Pananti propone una selezione di Mino Maccari mostrandoci la personalità
di questo pittore Italiano. Un'esposizione che non va a stupire, che non
estrapola solamente "il meglio" come spesso oggi si tende a fare (e mai ci si
riesce). Maccari non è perfezione e la mostra al Palazzo delle Stelline cerca di delineare con grande modestia un contorno sottile ma marcato, silenzioso ma di
effetto di questo artista, simbolo indiscusso di un linguaggio pittorico tutto
italiano, che a fatica ma con onore si fa largo nella storia dell'arte.
Esposti vi sono schizzi e disegni, ma anche quadri, per la maggioranza
provenienti dalla collezione di famiglia Maccari e da altre collezioni private.
Non mancano alcune delle "pietre miliari" della vita di questo ironico personaggio, come
"Stroheim" (Olio su Compensato, 1960) quadro simbolo di Maccari scelto anche per
la copertina del catalogo edito da Pananti, oppure "Il Salotto" (Olio su Tela, 1972), che cita uno dei
temi più trattati di Maccari: la sessualità, vista come elemento di tentazione,
di ossessione, di gioco... Una sorta di punto fisso, a volte celato ma
onnipresente in ciascuno dei suoi personaggi.
Il linguaggio di Maccari, apparentemente esplicito ed aperto, si rivela
spesso metaforico, ricco di doppi sensi, segno di una personalità in continua evoluzione.
Difficile è identificare questo artista in una corrente ben precisa, forse perchè vissuto in un periodo di passaggio della storia dell'Arte, forse
perchè la sete di sapere lo spingeva verso la spontaneità, usando il disegno come parole e palesando il suo essere poliedrico.
Maccari è uno scrittore della pittura,
nei suoi bozzetti è sempre incisa un'ironia a tratti forzata, a volte finta, ma sempre capace di far riflettere.
La Galleria Pananti, con grande sapienza, ha reso al meglio il linguaggio dell'artista che dipingeva perchè amava dipingere, che dipingeva perchè ne sentiva il bisogno... il dovere. In un mondo che ha bisogno di immagini, dove si riesce a speculare anche sull'arte, sulla poesia, sul pensiero... Maccari scrive: