Matteo Merli
i corti, 1996 - 2006
Nascere un piccolo paese di provincia, sicuramente non
aiuta, e uno potrebbe pensare: i sogni sono troppi grandi per essere contenuti
nel circondario di un paese. Io non ho mai creduto a questo, anche per la mia
forza d’animo e la passione che sin da giovane mi ha spinto a creare insieme ai miei amici il G.A.C
(gruppo anarchico cinematografico ) nel fatidico 1995, con all’attivo una
quindicina d'opere alcune delle quali hanno partecipato a diversi festival del
cortometraggio. Come tutte le cose nate nell’entusiasmo adolescenziale, con il tempo
si smorzano per l’inevitabile maturazione, ponendoci di fronte a delle scelte
inevitabile. La mia era già stata fatta e nel 1997 ho realizzato il primo corto
in digitale, avvalendomi di un gruppo di tecnici audio e video che mi hanno
permesso di ambire a nuovi progetti realizzativi. L’età incalza e la voglia di
intraprendere questo percorso era forte, ma come
sempre il compromesso era inevitabile e la scelta di dedicarmi all’impresa di
famiglia, non ha compresso il mio sogno. La pervicacia è un atteggiamento che
mi ha sempre tenuto a galla, con la consapevolezza dello studio da autodidatta
e il desiderio di rimanere sempre aggiornato sulla scena cinematografica
attuale. Ad ogni realizzazione il sapore
della celluloide rinfranca lo spirito e mi ha instillato la fiducia in me
stesso e nelle mie capacità. Qualcuno potrebbe dire, ma perché non parti per
Roma o Milano? Io rispondo che il destino ha voluto così e la dimensione
provinciale mi culla in un adagio creativo, libero da compromessi e da leggi di
mercato. Se fossi andato via di casa, forse questo
sentimento libero mi sarebbe mancato, e l’ipocrisia di un mondo estraneo e
condizionato da una concorrenza sfrenata non si sarebbe allineato al mio credo
personale. Oggi, grazie al prodigio del digitale si può costruire una piccola
carriera nella propria zona, lo dimostrano Lorenzo
Bianchini e Ivan Zuccon, per citare due nomi, e con pochi mezzi hanno delineato un loro percorso nel cinema nostrano. Io voglio
seguire questa strada, e con l’avvio nel 2007 del sito www.arkadinpictures.com, l’obiettivo
è quello di espandere la mia idea del cinema attraverso il cinema digitale, con
lungometraggi e documentari ideati indipendentemente e si ispirino
al cinema di genere, per ripristinare il piacere del racconto in una chiave
sperimentale nuova. Un terreno fertile per collaborazioni, scambi di idee, suggerimenti, volti a coinvolgere più gente
possibile.
Da alcuni anni collaboro con i siti Internet Scanner.it e Stradanove.net. Si tratta di due interessanti realtà del web, lo conferma la stima sempre crescente degli addetti ai lavori, l'entusiamo di un pubblico di naviganti (del settore e non) che sottolinea l'eccellenza e l'autorevolezza dell'informazione realizzata con slancio e impegno da queste due pubblicazioni elettroniche. E' un piacere per me realizzare per loro articoli, soprattutto per le sezioni letteratura, fumetti e cinema. Con recensioni, interviste e reportage dai maggiori festival, come quelli di
Torino, Locarno, Udine, Bergamo, Venezia e Roma. Ma non finisce qui, ho infatti pronta anche una sceneggiatura scritta con
la collaborazione vitale dell’esperto Davide
Aicardi, dal titolo Il
Paese Invisibile, con la speranza che qualche produttore si accorga delle potenzialità del testo. Crederci innanzitutto è la prima frase che mi salta in mente: sognare
per non morire nelle sabbie mobili della omologazione imperante.
Voto
8