E’ ancora bellissima. Bionda, tirata,
in forma. Cinquantaquattro anni portati da vera dea, da diva qual’era, qual è tutt’oggi nell’immaginario
collettivo popolare. Eleonora
Giorgi è a Firenze. Sorridente, disponibile, discreta. Pacificata con la
vita, con gli amori. Celebri i suoi matrimoni, Angelo Rizzoli e Massimo Ciavarro, e la sua relazione con lo scrittore Andrea De
Carlo. E’ tornata al lavoro, dopo un lungo isolamento di sette anni nell’eremo
della campagna romana: fiction, produzioni, piece
teatrali. Ed un premio. Quello che ieri sera al Gambrinus il festival “Cinema e Donne” le ha consegnato: il “Premio Gilda
2007”. E’ stata diretta da
Festa Campanile, Lattuada, Dario Argento, Damiani, Nino Manfredi, Cavani, Steno. Celebri le sue pellicole anni ’80 al fianco
di Celentano, “Mani di
velluto” o di Pozzetto, “Mia moglie è
una strega”, o ancora di Verdone, “Borotalco”
e “Compagni di scuola”. Da fine anni ’80 se n’erano
perse le tracce. Eppure il suo palmares è colmo:
Premio Anna Magnani, Grolla d’oro, Nastro d’argento, David di Donatello. Cinquanta
i film da protagonista. La Giorgi, a differenza di molte sue colleghe coetanee, ha
scelto la via dell’isolamento ad un lento declino filmico e, anche durante il
periodo di cellulosa, non si è mai chinata alle logiche della donna oggetto. Da
attrice a produttrice a regista. Il suo primo lavoro dietro la macchina da
presa è “Uomini
e donne, amori e bugie” con Ornella
Muti del 2003, al quale ne seguirà un secondo in lavorazione dal maggio 2008.
Lo racconta: “E’ ambientato dal ’63 al ’69 e rappresenta una donna che sbatte la
porta in faccia all’uomo ed ai ruoli che le ha messo
addosso. Ho scelto una donna bella come la Muti perché la bellezza non mette al riparo dall’essere
solamente un prodotto, madre, figlia, moglie, amante, del mondo maschile”. Si
dichiara fiera “di essere donna e mamma” ma c’è anche
un filo di amarezza consapevole che passa tra le pieghe delle sue parole: “Non
mangio dolci, non bevo alcool, curo il mio aspetto in maniera maniacale. Noi
attrici siamo un servizio pubblico ed il nostro eterno fidanzato è il pubblico.
Oggi è proibito invecchiare, dobbiamo essere tutti
ricchi, belli e sani. Finalmente un giorno invecchierò ed ingrasserò, andrò a vivere
ad Assisi nel più completo silenzio e farò la
restauratrice. Ho messo troppa carne al fuoco nella mia vita”.
Voto
8
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